Zuccheri, proteine e grassi introdotti con il cibo, per quanto percorrino differenti vie di metabolizzazione, sono tutti elementi indispensabili che concorrono a creare l’energia necessaria al nostro organismo.
Per zuccheri s’intendono: lo zucchero comune, gli amidi, il fruttosio contenuto nella frutta, il galattosio contenuto nel latte, quelli contenuti nei fagioli e così via; tutti, alla fine, vengono trasformati in glucosio e diretti verso il fegato mentre, altri, come la cellulosa, non potendo essere digeriti vengono eliminati tramite intestino.
Le proteine che si trovano invece nella carne, nel formaggio, ma anche nella soia e in altri vegetali (delle quali l’organismo assorbe una media giornaliera pari a 0,8 grammi per ogni chilogrammo di peso), sono ridotti in aminoacidi e inviate anche esse al fegato. I grassi, peraltro presenti in tutti gli alimenti, ad eccezione della verdura e della frutta, devono essere assunti giornalmente poiché contribuiscono a controllare il colesterolo, soprattutto quelli insaturi contenuti nell’olio di oliva. Attenzione però, perché la quantità di grassi insaturi ingerita condiziona lo svuotamento gastrico che può durare anche 6 ore quando gli alimenti sono particolarmente ricchi di lipidi. Ecco perché è sconsigliabile eseguire attività fisica vicino ai pasti.
Anche i grassi, assieme alle proteine, vanno verso il fegato che è la “centrale operativa” che distrugge, costruisce, trasforma, richiama; alla fine di tutto questo complesso meccanismo, tutta la quota di cibo che non è servita a produrre energia, cioè non e stata consumata dal nostro corpo, viene trasformata in grasso e si “deposita” dove non vorremmo: addome, cosce, fianchi. Quindi le proteine nobili, gli zuccheri raffinati, se non utilizzati al meglio o se assunti in eccesso, finiscono miseramente nei cuscinetti sopra indicati. Il tessuto grasso rappresenta sì la riserva energetica principale, ma non è un semplice luogo di deposito: è la sede di un’intensa attività metabolica dove la quota di lipidi viene immagazzinata e dismessa a seconda delle necessità. Vi e poi una relazione tra glucosio nel sangue e acidi grassi che si muovono in un equilibrio dinamico costante. Ne deriva che nell’individuo in sovrappeso il metabolismo degli acidi grassi non si discosta da quello di un soggetto in normopeso, ma passa semplicemente a un livello superiore.
E’ una banale verità dire che l’esercizio fisico aumenta la massa magra a scapito della massa grassa: si ha piuttosto una riduzione di volume corporeo e, curiosamente, persino un aumento del peso. Ciò é dovuto al fatto che la “densità corporea” degli atleti è superiore a quella di un uomo medio (1.090 gr./cmq contro 1.040), quindi, in tema di perdita di peso, spesso si parla di perdita di “taglia” per meglio significare il concetto esercizio fisico interviene nel metabolismo dei grassi poiché mobilizza gli stessi e diminuisce il colesterolo del siero aumentando le lipoproteine ad alta densità (HDL) che possiedono anche una proprietà antiaterosclerotica. Oggi si sa con certezza che una stessa razione alimentare somministrata una sola volta al giorno produce un aumento di peso quasi doppio rispetto a quello che si ottiene con la stessa quantità frazionata.
Ciò è dovuto al fatto che l’assunzione unica aumenta considerevolmente il metabolismo del glucosio ottenendo un risparmio energetico, mentre un lavoro più diluito ma ripetuto degli enzimi digestivi e metabolici richiede una maggiore energia e, per conseguenza, accresce la spesa. Quindi le diete incongrue (digiuno praticamente tutto il giorno e la sera quantità calorica pari a quella dell`intera giornata) non solo non portano a perdita di peso ma anzi favoriscono, a parità di attività fisica, l’aumento dei depositi adiposi.
MUSCOLI E DIGESTIONE
Quando il muscolo lavora utilizza lo zucchero circolante nell’ organismo poi quello che proviene dal fegato e infine i grassi che derivano dai depositi.Le due grandi vie di metabolismo del muscolo sono: (A) la glicosi aerobica che utilizza una particolare molecola energetica che si chiama ATP, ossigeno e grassi, ed é quella via che ci permette di condurre lunghi sforzi a tenore sufficientemente costante (correre, nuotare, andare in bicicletta, attività di palestra prolungata); (B) la glicosi anaerobica che non utilizza ossigeno, ma una reazione chimica con la fosfochinasi e la produzione e l’utilizzo dell` accoppiata acido lattico-acido piruvico. Dà l’energia “istantanea” e serve per gli sforzi brevi e intensi (scatto veloce nella corsa, sollevamento pesi, tutte le performance esplosive).Quello che però interessa ricordare é che il muscolo per funzionare dopo un certo periodo di tempo utilizza i grassi di riserva. Quindi, l’attività fisica fa dimagrire!
Ecco le fasi della digestione:
- Gli alimenti vengono “trituratì” dai denti: meglio sono masticati più facilmente saranno aggrediti dagli enzimi. La prima digestione avviene in bocca!
- Poi giù per l’esofago arrivano allo stomaco.
- Nello stomaco l’acido cloridico e la pepsina iniziano la digestione: se gli alimenti sono poco masticati contengono più grassi, e più faticosamente lo stomaco si svuota. Dopo certi pasti ricchissimi di grassi lo stomaco impiega ben 6 ore a svuotarsi!
- Nel duodeno avviene praticamente tutta la digestione: il pancreas fa arrivare numerosi enzimi, il fegato fa giungere la bile. Gli zuccheri, le proteine, i grassi vengono trattati in maniera tale da essere assorbiti dalle cellule intestinali. Attraverso il sangue arrivano al fegato, centrale di trasformazione e distribuzione.