Con la Riforma dello Sport e, parallelamente, con la Riforma costituzionale dell’articolo 33, il diritto all’attività sportiva sono stati elevati a “diritto fondamentale della persona“. In un’analisi specifica della Riforma dello Sport emerge il tema delle competenze specifiche.
Premessa, la normativa ha bisogno di un’aggiunta
Sia la riforma costituzionale che quella dello sport sono ottime leggi entrambe, per gli effetti benefici sulla persona. Esse, inoltre, tutelano la salute della collettività nazionale.
Sono indiscutibilmente mirate in via generale alla prevenzione delle malattie, senza trascurare l’aspetto curativo, che in molti casi pure può sussistere per alcune patologie.
Per una ottimale pratica attuazione di queste importanti leggi, però, secondo la maggior parte degli operatori del mondo delle palestre e del fitness, sarebbe necessaria, in aggiunta, una altra disposizione. Ossia una disposizione che preveda, per i sanitari che indicano ai propri pazienti la frequentazione di una qualsiasi struttura sportiva, il possesso di una “competenza specifica”. Cioè di una preparazione tecnica sulle problematiche collegate a ogni singolo esercizio e attività sportiva.
In altri termini, bisognerebbe che tali sanitari fossero in possesso degli stessi requisiti che la legge (art. 42 Legge N36 del 2021) prevede per gli istruttori. Ovviamente, ciò dovrebbe avvenire tenendo sempre nella massima considerazione le competenze professionali del medico.
Perché arricchire la Riforma dello Sport con l’indicazione di competenze specifiche
Per tutto quanto dirò in seguito, sono del parere che questa nuova legge per molti versi potrebbe anche apprestare una tutela adeguata oltre che al paziente anche al medico. Eviterebbe a quest’ultimo, in caso di infortuni al suo assistito, i pericoli di un’azione di responsabilità.
Un passaggio parlamentare, quindi, appare necessario per approfondire la questione attraverso il quale il legislatore valuti la sussistenza o meno delle condizioni di fatto e diritto per emanare una tale disposizione ed il suo contenuto più opportuno.
Come appare evidente siamo innanzi a situazioni completamente nuove, alle quali bisogna far fronte con una risposta in sede politica.
L’auspicio è che si trovi una soluzione equilibrata, tenendo conto dei contenuti della preannunciata riforma costituzionale che ha elevato il “diritto allo sport” a norma di rango primario. É difatti ormai universalmente riconosciuto che l’attività sportiva, se accompagnata da uno stile di vita adeguato, rappresenta l’arma più efficace per prevenire e, quindi anche sconfiggere, le più gravi malattie che affliggono l’essere umano, quali quelle oncologiche e cardiache.
Il fitness: scoperti “nuovi” effetti positivi
Essi vengono messi in risalto dal Corriere della Sera del 24 novembre 2022 che, alla pag.I2 dell’Inserto Salute ha dato notizia che l’autorevole rivista “Nature” ha riportato i risultati di una ricerca effettuata in USA in base alla quale il fitness, praticato con intensità, non stimola nell’immediato l’appetito, ma addirittura lo inibisce, agendo così positivamente anche sul fronte dei danni alla salute causati dal cibo abbondante.
Favorirebbe, così, il mantenimento del peso forma. Ciò, secondo i ricercatori USA, sarebbe dovuto ad una particolare molecola, stimolata dallo sforzo.
La legge di riforma degli sport professionali e dilettantistici
Gli effetti positivi dell’attività sportiva hanno spinto ben 18 milioni di italiani di tutte le età e di ogni fascia sociale a frequentare le strutture sportive operanti nel territorio. Questa frequenza lieviterà in modo consistente in futuro, quando anche la legge di Riforma dello Sport andrà in pieno regime e quella Costituzionale avrà visto la luce. Ciò favorirà l’accesso alle strutture del territorio, non solo alle persone di agiate condizioni.
Questo perché la detta riforma costituzionale ha equiparato il “diritto allo sport” a quello della tutela della salute. Va ricordato che questa norma costituzionale è stata già esaminata nella precedente legislatura e condivisa sia dalla maggioranza che dalle opposizioni. La sua approvazione aumenterà di certo la possibilità di accesso allo sport. E vedrà una riduzione dei malanni con effetti positivi sulla spesa sanitaria pubblica e, quindi, sul bilancio dello Stato.
I punti più qualificanti della riforma dello sport. Ha visto la luce colla legge N 86 del 2019 e dovrebbe entrare in vigore a pieno regime nel gennaio 2023. Per attuarla, il legislatore ha previsto ben 5 decreti legislativi, tutti già regolarmente emanati. Tra le varie disposizioni, ci sono norme che riguardano gli enti dello sport, lavoro sportivo, regole precise per le attività dei procuratori. Vi sono norme che riordinano le disposizioni vigenti in tema di impianti sportivi e che hanno semplificato l’intero settore degli sport invernali. Infine c’è una regolamentazione anche per le prestazioni sportive amatoriali colla previsione di una nuova figura che è quella dello “sportivo amatoriale”.
Sono, inoltre, state emanate nuove disposizioni in materia di enti sportivi professionali e dilettantistici, in tema di rappresentanza degli atleti e di esercizio della professione di agente sportivo, nonché in tema di sicurezza per la costruzione e l’esercizio di impianti sportivi. Di tutte e cinque i decreti, l’unico operativo dal 1 gennaio 22 è quello che porta il N36 e la data del 28 febbraio 2021 avente ad oggetto “l’esemplificazione degli adempimenti relativi agli organismi sportivi “.
La nuova definizione di sport e di lavoratore sportivo
É contenuta nell’art.2 del suddetto decreto legislativo N.36 del 2021 che così lo definisce come segue. “È sport qualsiasi forma di attività fisica fondata sul rispetto di regole che attraverso una partecipazione organizzata o non organizzata ha per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti livelli.“
Lavoratore sportivo è “l‘atleta, l’allenatore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico ed il direttore di gara che, senza alcuna distinzione di genere ed indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico, esercitano attività sportiva verso un corrispettivo“.
Il testo di legge, poi riscrive praticamente tutta la disciplina del lavoro dilettantistico. La soglia di esentasse scende da 10 mila a 5 mila Euro. A questa cifra non si applicano ritenute previdenziali né fiscali, immaginando che il lavoratore non viva esclusivamente di quel lavoro. Per coloro che percepiscono somme tra 5 mila e 15 mila euro si applicano solo ritenute previdenziali e non fiscali. Per chi supera i 15 mila euro si applicano entrambe le ritenute.
Nell’ambito dilettantistico è prevista l’instaurazione di rapporti di lavoro sportivo autonomo nella forma di collaborazione coordinata e continuativa con un massimo di 18 ore settimanali, con esclusione del tempo dedicato alle manifestazioni sportive.
Ecco cosa dice la Costituzione
Nel progetto che la prevede è collocata al comma N.7 dell’art 33 della Costituzione. Essa è del seguente letterale tenore: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme“.
Essa porta la sigla C3531 ed é stata approvata dall’Assemblea del Senato il 22 marzo 2022. Com’è noto, le norme costituzionali ed i principi giuridici in esse contenuti prevalgono sulle leggi ordinarie. Quando le leggi ordinarie sono in contrasto con le norme costituzionali, possono essere impugnate e portate innanzi alla Corte Costituzionale per l’eventuale annullamento.
Di tal che deve ritenersi del tutto pacifico che la proposta, una volta approvata, introduce nella nostra Carta il nuovo principio che la pratica dello sport è un diritto fondamentale di tutti i cittadini. Risulta, poi, dalla relazione che l’accompagna, che esso è del tutto equiparabile al diritto alla tutela della salute previsto dall’art 32 della Costituzione. Prova ne sia che, in sede di esame, molti Senatori volevano fare inserire la nuova norma nel suddetto art 32. Prevalse, poi, la tesi di coloro che ritenevano inopportuna questa collocazione in quanto avrebbe accentuato solo una delle funzioni dello sport, mentre ne ha numerose altre dal punto vista sociale e culturale.
La riforma costituzionale, e le aspettative dei cittadini e dei titolari dei centri sportivi
Sono molte le aspettative, dopo l’avvenuta approvazione in Senato nella passata legislatura. Fu votata da quasi tutti i Senatori e solo in 5 (cinque) furono contrari. Non ultimò però, il suo percorso parlamentare a causa dello scioglimento in anticipo, e, quindi, dovrà, iniziare un nuovo cammino parlamentare.
La speranza è che non si verifichino intoppi che lo ritardino. Tutto, però, sembra escluderlo e ciò perché decisamente positiva è stata la valutazione della necessità dello inserimento nella Carta di un tale principio anche da parte dei nuovi politici. Il che lascia ben sperare che la discussione definitiva venga al più presto calendarizzata in Parlamento.
In tal senso va la notizia riportata dal Corriere della Sera del 29 agosto 2022 alla pag.8 ove si legge che il Presidente del Consiglio attuale On. Giorgia Meloni, ancora non eletta, e quindi non rivestendo tale importante ruolo, ebbe, in un video apparso su Facebook, affermare testualmente: “Sono pronta a valorizzare lo sport e gli stili di vita sani“. Soggiungeva, poi, che il suo modello era l’Islanda dove dopo l’istituzione del “diritto allo sport” si era verificata una considerevole diminuzione dei casi di devianza fra i giovani. Una volontà di valorizzare lo sport era stata successivamente ripetuta dal Presidente Meloni nel Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione svoltosi nell’agosto 2022.
Riforma dello Sport, cosa significa per i medici “competenze specifiche”
I frequentatori delle palestre e dei centri fitness praticano l’attività sportiva sotto la guida attenta degli istruttori. Costoro per poter svolgere il loro ruolo debbono essere in possesso di una ” competenza specifica”. Ciò è a tutela della sicurezza degli allievi per evitare agli stessi di subire infortuni derivanti da erronee impostazioni delle modalità di esecuzione degli esercizi e dal non corretto uso delle apparecchiature esistenti.
Questa è la motivazione posta a base della richiesta Giurisprudenza della nuova normativa. In sostanza, si afferma che Il medico, il quale prescrive al suo paziente una qualsiasi attività in un centro sportivo, e che non sia perfettamente a conoscenza del funzionamento di una palestra o delle modalità da seguire per uso corretto delle strumentazioni in essa presenti, espone l’assistito a non pochi rischi per la sua incolumità fisica.
Lo stesso discorso potrebbe farsi anche se la prescrizione della pratica degli sport preveda che essi possano effettuarsi al di fuori dai centri sportivi. Queste evenienze negative potrebbero essere scongiurate se il medico prescrittore sia anche egli in possesso di “una specifica competenza”. Cosa si intende per “competenza specifica del medico? Ovviamente non certo che si debba effettuare una valutazione della sua preparazione scientifica e professionale attestata dal conseguimento della laurea in medicina. Va, invece, richiesto qualcosa del tutto diverso e per molti versi completamente “nuovo”. Dovrebbe avere, appunto, quella competenza specifica che viene richiesta agli istruttori da una norma di legge (art.42 legge N 36 del 2021).
Come un medico diventa competente specifico?
La strada da seguire potrebbe essere duplice. Una è la frequenza di un seminario di studio della durata di qualche mese presso una struttura pubblica o privata. L’altra, la partecipazione a un corso organizzato in sede universitaria anche esso della medesima durata. Questo vale sia per il medico pubblico che per quello di medicina generale e anche per il sanitario che esercita la libera professione.
Conclusione
La legge di Riforma dello Sport appena emanata deve essere messa in condizione di operare nella sua integrità nel più breve tempo possibile. Essa, comunque, costituisce un buon punto di partenza per il varo della preannunciata riforma costituzionale che ha collocato lo sport fra i diritti fondamentali. Quando il Parlamento si sarà pronunciato in via definitiva dando via libera al suo inserimento nella nostra Carta, si potrà dire che il nostro Paese ha fatto un notevole passo avanti in Europa e nel mondo intero per la civiltà giuridica dimostrata.
Alfonso Marra, Magistrato