Solo l’esatta valutazione dell’intensità e durata dello sforzo muscolare permette all`atleta di effettuare un corretto allenamento. Queste due variabili influiscono anche sull’utilizzazione dei combustibili occorrenti: zuccheri e grassi.
Le proteine utilizzate, però in minima parte, a prescindere dall’intensità della performance, intervengono nel processo di ricostruzione della matrice muscolare.
Diverso appare il consumo dei grassi che è il combustibile principale nei lavori a bassa intensità e lunga durata. Indipendentemente dai consumi, per svolgere un giusto allenamento l’atleta deve poter sviluppare un graduale processo di adattamento al lavoro. Ciò e possibile solo quando il rapporto tra intensità di lavoro e durata raggiunge un equilibrio favorevole: l’atleta cioé deve poter esprimere la massima capacità di lavoro per il maggior tempo possibile, mentre il recupero, al termine dell’atto sportivo, deve essere sempre più breve.
In sintesi, il processo di adattamento e la risultanza di un continuo equilibrio tra lavoro e recupero. Solo così, infatti, e possibile innescare nel corso dell’allenamento il fenomeno della supercompensazione che altro non è se non la capacità di superare il livello di resistenza allo sforzo muscolare immediatamente precedente; capacità dovuta, usualmente, ad un’attenta “ricarica dei carboidrati” che si ottiene modulando l’introduzione degli stessi con la dieta nelle settimane precedenti la gara. In questo modo, giorno dopo giorno, il corpo è in grado di fornire prestazioni sempre più elevate.
Al contrario, se il rapporto tra intensità e durata dello sforzo è errato anziché ottenere il fenomeno di crescita della “supercompensazione” si verifica una stagnazione o addirittura una perdita di prestazione in quanto si entra nella fase catabolica del sovrallenamento.