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In occasione di San Valentino breve focus su cosa succede nel nostro cervello nella fase dell’innamoramento. Obiettivo: esprimere la formula chimica dell’amore che include ossitocina, dopamina, noradrenalina, feniletilammina, ma anche cortisolo e serotonina. Tutte queste sostanze spiegano le sensazioni percepite dalla persona innamorata, i veri e propri cambiamenti che la caratterizzano.
Quale parte del cervello è innamorato?
Secondo alcuni professori della Harvard Medical School di Boston, nell’amore romantico sono coinvolte le aree primitive del cervello. Queste sono quelle che si illuminano nelle scansioni cerebrali di una persona quando le si parla di una persona cara. Tali aree possono rimanere accese a lungo per alcune coppie.
Delicati meccanismi chimici cerebrali danno il via a tutte quelle sensazioni emblematiche dell’esperienza amorosa, guance arrossate, mani sudate, cuore che batte forte…
Gli elementi principali della formula chimica dell’amore
L’amore è una sorta di ricompensa per il nostro cervello. Infatti, alcuni degli ormoni principali che entrano in gioco sono proprio associati al “sistema della ricompensa“.
Il ruolo di dopamina, noradrenalina e feniletilammina nell’euforia
La scintilla di attrazione comporta il rilascio di dopamina che attiva, appunto, il sistema di ricompensa. Man mano che il cervello rilascia dopamina, la serotonina (che regola l’umore e il comportamento) si abbassa. Quest’ultima condizione incide sul sonno, sull’appetito. La diminuzione di serotonina porta la concentrazione dell’individuo solo sulla persona amata. Proprio questo particolare mix fa avvertire le famose “farfalle nello stomaco”.
Il nostro cervello quando vive un’esperienza di gratificazione, inoltre, rilascia noradrenalina che, con la dopamina, è responsabile di euforia. (Per dovere di cronaca è giusto aggiungere che tale euforia, dovuta alle medesime sostanze chimiche, può sperimentarsi anche in altri contesti, dall’assunzione di un cibo gustoso all’ottenere un oggetto desiderat0).
Un’altra sostanza prodotta dal cervello, che riguarda sensazione di felicità, è la feniletilammina. A quest’ultima, tra l’altro, si deve la chiusura dello stomaco. Essa è rilasciata anche in seguito, manco a dirlo, dell’attività sportiva.
Il cortisolo
Nelle fasi iniziali dell’amore romantico aumenta anche il cortisolo, mentre diminuisce la serotonina. Sia il cortisolo sia il decremento di serotonina causano stress e ansia. Il cortisolo, infatti, interviene quando ci sono situazioni emergenziali. Secondo gli studiosi la comparsa di cortisolo nella fase di innamoramento è dovuta alla paura di perdere l’altra persona.
Le responsabili del bilanciamento della formula chimica dell’innamoramento e dell’amore monogamo
Nella formula chimica dell’amore vi sono poi ossitocina e vasopressina. La prima (prodotta dall’ipotalamo) promuove sentimenti di appagamento, calma e sicurezza, emozioni fortemente associate al legame allacciato.
La vasopressina, d’altro canto, è correlata a comportamenti che incoraggiano relazioni monogame e a lungo termine.
I diversi effetti di questi due ormoni potrebbero aiutare a spiegare perché l’intensità dell’amore passionale diminuisce man mano che l’attaccamento emotivo si approfondisce.
Come si comporta la persona che prova amore romantico
Il calo di serotonina di cui si è detto è il responsabile degli sbalzi d’umore (sino ai pensieri ossessivi) cioè, più in generale, di quei comportamenti tipici dell’innamoramento. È il caso dell’insonnia, dell’irritabilità, ma anche dell’inappetenza, così come della concentrazione totalizzante sull’amato/a.
Tra i principali effetti dell’amore romantico vi sono la diminuzione di paura e di capacità di giudizio sociale. Questo è riconducibile a una minore attività della corteccia frontale del cervello deputata al pensiero logico. In effetti, quest’abbassamento di capacità critica è responsabile del fatto che si tendono a trascurare i difetti della persona ritenuta attraente. Da qui il detto “l’amore è cieco”!