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Invecchiamento, soggetti senior, aging cosa si intende esattamente con questi termini? L’OMS definisce età anziana/terza età il periodo di vita che va dai 65 a 80 anni e longevità /quarta età quello dagli 80 in su. Questi limiti temporali non tengono conto, però, del parametro “qualità di vita“. Per ovviare a questo che può essere considerato un limite, in ricerca si è introdotta la definizione di Good Aging e Bad Aging. In tale contesto assume un’importanza fondamentale anche il recupero della massa muscolare persa dagli anziani o comunque in vista della quarta età.
È importante aggiungere che, accanto ai parametri di età anagrafica e qualità di vita non va dimenticato il parametro salute, che è strettamente correlato all’uso di farmaci. Di conseguenza dovremmo considerare separatamente i ‘good aging che usano farmaci’, good aging che grazie ai farmaci hanno comunque una buona “qualità di vita”.
Dove intervenire per recuperare la massa muscolare persa negli anziani?
L’OMS ha recentemente lanciato un obiettivo Healthy Aging (Invecchiare in salute) come assenza di disabilità cognitive, fisiche e sociali, confermando il cervello e il muscolo quale bene supremo da perseguire. Che la disabilità cognitiva sia correlata alla disabilità fisica e, in particolare, alla riduzione della massa muscolare (sarcopenia) è un dato consolidato dalla pratica clinica e dalla evidenza scientifica.
L’obiettivo, quindi, è contrastare la sarcopenia per preservare il cervello, mantenendo o riportando la massa muscolare a valori di normalità.
La riduzione della massa muscolare nell’anziano riguarda in particolare le fibre bianche. I muscoli striati sono costituiti da due tipi di fibre muscolari, fibre di tipo I (fibre rosse, lente) e fibre di tipo II (fibre bianche, veloci). L’obiettivo è contrastare la sarcopenia aumentando in dimensioni o in numero le fibre muscolari, in particolare le fibre bianche.
Il ruolo delle cellule satelliti
Si avete letto bene, le cellule muscolari possono essere formate ex novo grazie alle cellule satelliti muscolari. Le cellule satelliti muscolari sono cellule staminali d’organo che vengono attivate o da molecole o da traumatismo muscolare indotto. Le cellule stelliti possono una volta attivate ‘riparare’ le cellule muscolari lese fondersi e costruire nuovi fusi muscolari. Le cellule satelliti si possono attivare con l’esercizio fisico in particolare con esercizi di resistenza.
Il muscolo con l’esercizio contraendosi non solo stimola le cellule muscolari satelliti, ma secerne molecole in particolare molecole che migliorano il funzionamento cerebrale agendo direttamente sulle cellule del sistema nervoso centrale. Non solo molecole per il benessere del cervello, il muscolo quando si contrae produce lattato.
Anche quest’ultimo ha un effetto positivo sul cervello migliorandone il funzionamento con un meccanismo livello dipendente molto specifico.
Non esiste un allenamento che vada bene per tutti
Per garantire un buon ‘funzionamento’ cerebrale dobbiamo, come si è detto, mantenere un buon trofismo muscolare in particolare un buon numero di fibre bianche.
Sembrerebbe tutto semplice se non ci fosse una variabilità muscolare interindividuale anatomica, funzionale, enzimatica, molecolare particolarmente importante. Essa è talmente importante che non è possibile stabilire un programma di allenamento, meglio, un programma di attivazione muscolare unico per tutti.
In letteratura vengono identificati 14 tipi diversi di allenamento/stimolazione muscolare. La sfida è quale o quali tipi di allenamento proporre a questo o quel soggetto a seconda delle loro caratteristiche muscolari. E ugualmente, non si può stilare un piano di training per il recupero di massa muscolare persa che sia per tutti.
Un’ultima considerazione riguarda le modalità di quantizzazione della sarcopenia che rileva un grado di alterazione così importante da essere una situazione clinica finale rispetto a un momento preclinico, pre-sarcopenico altrettanto importante da valutare per un intervento preventivo. Quest’ultimo aspetto è oggetto di valutazione da parte della comunità scientifica che non ha ancora trovato un punto di caduta.