Mister DAL MONTE ha detto sì al fitness

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Il fitness, ovvero sia: “la pratica non agonistica di attività aerobiche ed anaerobiche, svolta abitualmente nelle palestre alfine di raggiungere la forma fisica ideale” questa la specifica fornita dagli stessi cultori del nuovo indirizzo sportivo giunto dagli States, attendeva da tempo un riconoscimento ufficiale anche in Italia.

 

Dopo gli unanimi consensi che un cast di noti cattedratici ha tributato a questa disciplina nel corso del convegno medico: “Fitness: nuova realtà nell’attività fisica” diretto dal personaggio più rappresentativo della medicina sportiva nazionale, è parso opportuno chiarire ulteriormente i concetti espressi in quell’occasione dall’eclettico e geniale Antonio Dal Monte, noto direttore dell`lstituto di Scienza dello sport del CONI, appassionato sportman in prima persona, ed artefice di una serie di brevetti che hanno reso possibile migliorare i record di varie specialità sportive. Dalla ruota lenticolare di Francesco Moser alla capsula di sopravvivenza per i piloti dell’offshore, e ancora, dalla carena a profilo variabile per i motoscafi alle scarpe doppio uso (per correre sul terreno e camminare sul ghiaccio) con ramponi retrattili. A questo neo Archimede dunque, i Grandi Centri del Fitness (il più grande network nazionale di palestre) si sono rivolti per avere la conferma di essere sulla giusta via nel campo dello sport non agonistico, praticato attualmente nei loro impianti da diverse migliaia di appassionati cultori.

 

Intervista prof. Dal Monte

Professore, prendendo spunto da una sua recente precisazione espressa nel corso del convegno sul fitness, che consigliava di prediligere le attività aerobiche rispetto a quelle anaerobiche, dove svolgere queste attività in grandi città come Roma, Milano, Torino, ecc. che com’è noto presentano gravi problemi d’inquinamento atmosferico?


Nelle palestre naturalmente, luogo ideale per la pratica sportiva di ogni genere, semprecché ben areate ed attrezzate. Chi sceglie invece specialità come la corsa, dovendo correre all’aperto, dovrà evitare ovviamente le strade di intenso traffico veicolare, prediligendo zone più periferiche, parchi, ecc. C’è da tener presente tuttavia che il nostro sistema respiratorio è in possesso di efficaci filtri naturali che neutralizzano in parte molti elementi dannosi nell’aria delle zone inquinate. Opportuni esperimenti condotti dal nostro Istituto (con l’ausilio del K2, un apparecchio in grado di misurare contemporaneamente i valori d’inquinamento esistenti intorno ad un soggetto e quelli che giungono a penetrare nel suo organismo) ci hanno confermato la validità di queste difese organiche.

 

Professore, se i problemi dell’inquinamento ambientale sono in parte ovviabili per via delle difese naturali messe in atto dall’organismo, non si può ritenere che lo stesso meccanismo agisca anche per i fumatori?

 

Mi spiace dover deludere, ma i risultati dei nostri esperimenti confermano che gli effetti del fumo sono di gran lunga più deleteri di quelli provocati dall’inquinamento da fumi del traffico, poiché l’aspirazione “diretta” dei fumi del tabacco non trova alcun meccanismo di difesa davanti a sé.

 

Lei afferma che anche l’atleta non agonista deve praticare l’attività fisica in maniera non saltuaria. Perché?

 

L`attività fisica più è costante più è efficace per l’organismo. Diversamente quando è saltuaria può diventare affaticamento o vero e proprio pericolo. Un ritmo ideale d`allenamento può considerarsi quello di lavoro a giorni alterni, inframezzato cioè da fasi di recupero.

 

Lei ha posto I’accento sulla necessità di raggiungere frequenze cardiache utili durante gli allenamenti. Vuole chiarire meglio il concetto?

 

La frequenza cardiaca utile in fase di lavoro è legata in primo luogo all’età del soggetto ed inoltre deve essere personalizzata in relazione al grado di allenamento singolo. I limiti d`intensità cardiaca devono essere pertanto frutto di un attento esame medico e non possono mai essere generalizzati.

Dopo queste precisazioni non possiamo che ricondurci alla frase con la quale esordì Dal Monte in occasione del convegno milanese: “fitness è sinonimo di idoneità”.

Un concetto tanto chiaro e coinciso da apparire un assioma.

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