Fino a qualche anno fa sarebbe stato improbabile prendere in esame questo argomento perché, parlando d`acqua da bere, veniva automatico pensare a quella potabile fornita dal rubinetto, cioè ad un’acqua che si poteva bere o mescolare agli alimenti senza causare danno alla salute. Ma oggi la situazione non è più la stessa. Purtroppo anche i meno informati conoscono, almeno per sentito dire, i problemi relativi all’inquinamento delle falde acquifere, come ad esempio quello causato dall’atrazina, il potente disinfestante usato in agricoltura.
Prescindendo comunque dal grave problema dell’inquinamento vediamo quali sono i principali criteri di catalogazione dell’acqua che ci consentono di individuare quella più adatta al nostro organismo. La suddivisione più in uso in tema d’acqua da bere viene operata in base al contenuto in percentuale di Sali minerali. I produttori di acque minerali, ad esempio, hanno adottato la formula del residuo fisso (e cioè della quantità totale di minerali ottenuta dalla evaporazione di 1 litro d’acqua alla temperatura costante di 110° gradi centigradi) attraverso la quale hanno diviso idealmente le acque in tre categorie.
Vediamole:
- Oligominerali: residuo fisso inferiore a gr 0,200.
- Medio minerali.” residuo fisso variante da gr 0,200 a 1 gr.
- Minerali: residuo fisso superiore a 1 gr.
In pratica nella categoria delle oligominerali annoveriamo le più conosciute acque in commercio, mentre nelle medio minerali sono invece normalmente assimilabili le più semplici acque provenienti dagli acquedotti, Infine le minerali propria mente dette sono prodotte quasi esclusivamente per scopi terapeutici, ad uso di soggetti il cui organismo necessita di un’integrazione di sali minerali.
A ciascuno la sia acqua
Ogni qualvolta si beve dell`acqua sarebbe quindi opportuno sapere se questa e adatta a noi, poiché a seconda della concentrazione e del tipo di minerali contenuti, essa può presentarsi più o meno indicata per il nostro organismo.
Ovviamente la scelta appare facile quando si tratta di acque minerali sulle cui etichette figura chiaramente la composizione, ma non è certo possibile fare altrettanto nel caso si tratti dell`acqua del rubinetto.
Riportiamo comunque qui di seguito le più comuni indicazioni o controindicazioni che alcuni tipi di acque presentano nei confronti delle più comuni affezioni.
Oligominerali. Sono caratterizzate, come abbiamo visto, da un basso contenuto di minerali. ll loro assorbimento per via gastrica appare facile e rapido. La loro azione terapeutica è ideale per il “lavaggio” del rene, le vie urinarie e il fegato e pertanto sono adatte a chi soffre di calcoli e gotta. Le uniche controindicazioni, se prese in grande quantità, si rivelano in soggetti che soffrono d’ipertensione o d`insufficienza renale.
Cloruro sodiche. Sono indicate per i diabetici, gli obesi e gli insufficienti epatici. Sono sconsigliate invece agli ipertesi e in generale a chi soffre di disturbi renali, gastrici e di colite.
Carboniche. Sono quelle comunemente addizionate con anidride carbonica anche se talvolta sgorgano gassate naturalmente dalla fonte. Queste acque migliorano la secrezione del succo gastrico e aumentano la peristalsi intestinale. Sono controindicate, invece, quando vi siano disturbi dovuti all’eccessiva acidità di stomaco.
Alcaline. Si presentano particolarmente utili per diluire i preparati del latte per i lattanti. Aiutano a normalizzare il tasso di colesterolo e svolgono un azione benefica sul fegato aiutando il processo digestivo, Sono sconsigliate invece nei casi d’ipertensione, insufficienza renale e in presenza di calcoli o affezioni biliari.
Solfato calciche. Sono acque ricche di solfati. Sono indicate per stimolare la peristalsi intestinale e la secrezione di fermenti digestivi. E ancora nelle coliti spastiche, nelle infiammazioni croniche biliari, nelle insufficienze epatiche e nelle gastropatie. Al contrario, queste acque ricche di calcio vanno usate con cautela nel caso servano a diluire il latte artificiale per i lattanti.
Ferruginose. Sono acque che contengono ferro sotto forma di solfato ferroso. Si rivelano importanti ricostituenti nei soggetti carenti di ferro. Esse agiscono beneficamente sul ricambio cellulare, ma sono sconsigliate a coloro che soffrono di gastroduodenite.
Sulƒuree. Ricche di acido solfidrico svolgono azione lassativa. Abbassano l’uricemia e sono indicate per i colitici e nelle piccole insufficienze epatiche. Sono invece sconsigliabili a chi soffre di ulcera gastroduodenale e in presenza di grave deperimento organico.
Fluorurate. Il fluoro aumenta la resistenza dello strato esterno del dente e perciò ha azione preventiva nei confronti della carie, tuttavia sembra un paradosso, ma l’eccesso di fluoro può provocare una maggiore fragilità dei denti. Da tenere presente quindi che per nessuna ragione si deve ingerire una dose di fluoro giornaliera superiore a 1 milligrammo.
Radioattive. Queste acque sono caratterizzate da tracce di sostanze radioattive. Esse sono in grado di svolgere una azione antiallergica e antidolorifica. Inoltre risultano indicate nella cura della gotta e della colite spastica. La loro assunzione è invece pericolosa da parte di persone affette da diabete mellito.
Quanto e cosa bere dunque?
Per ognuno di noi l’azione del bere è comandata da un diverso stimolo fisiologico che deriva sia dalla perdita d`acqua sia da quella di Sali minerali. Questa perdita che varia in funzione della stagione, dell`attività fisica più o meno intensa e del metabolismo, deve in ogni caso venire rimpiazzata al fine di
Per quanto riguarda invece il tipo d’acqua da bere, fatte salve alcune controindicazioni dettate da patologie in atto, qualsiasi acqua (non inquinata) va bene.
E logico che nel caso dell’acqua del rubinetto il controllo sul suo stato di purezza e problematico mentre questa verifica è di routine sulle acque minerali. A questo punto le conclusioni le lasciamo al lettore.
Comunque, buona bevuta a tutti!