Le funzioni cui l’apparato orale è destinato sono molteplici ed accanto a quella masticatoria, respiratoria, deglutitoria e posturale vi sono quella fonatoria e quella di relazione. Il paziente spesso si rivolge allo specialista oltre che per problemi urgenti (dolore, difficoltà masticatorie ecc.) Anche per il ripristino o la conquista di un sorriso gradevole. Dal punto di vista della relazione infatti, il sorriso è normalmente un messaggio con cui ci si propone ad un interlocutore.

 

La più o meno conscia consapevolezza che ognuno di noi ha dell’importanza di questa prima occasione di relazione interpersonale fa si che una buona estetica corporea generale, associata ad un buon sorriso, siano normalmente avvertiti come fattori importanti nell’ambito di una generale condizione di autostima, elemento fondamentale nella possibilità di instaurare buone relazioni sociali. Pertanto l’estetica di un sorriso contribuisce a conservare o a formare una sensazione di benessere psicofisico che rappresenta l’obiettivo finale di qualsiasi intervento terapeutico preventivo, conservativo o protesico.

 

L’estetica presenta anche valenze culturali e nella nostra società si esplica come entità anatomicamente armoniosa che denunci il meno possibile la presenza di un restauro, mentre presso altre popolazioni si propone la “valorizzazione” del sorriso con la visibilità dell’oro o addirittura con l’apposizione di pietre preziose sugli incisivi (vedi cantanti rock). Senza giungere a estremismi talora irreversibili, noi consideriamo bello ciò che e naturale, sano ed integro. Quando processi cariosi o traumatici compromettono la funzione e l’estetica dei tessuti dentali, si impone la ricostruzione dell’elemento che può avvenire con modalità differenti. Soprattutto se si opera nel settore anteriore del cavo orale, si deve tener conto del recupero della forma e della funzione, oltre che del ripristino dell’aspetto estetico.

 

Una delle metodiche più utilizzate è l’apposizione di un materiale resinoso adesivo (composito) stratificato con un’apposita metodica sulla superficie della cavità dentaria fino a raggiungere una forma ideale. Un’altra metodica consiste nella preparazione opportuna del tessuto dentario residuo e nell’apposizione di una corona preparata in laboratorio con materiale ceramizzato, che per le sue caratteristiche rende riproducibile le peculiarità dell’elemento dentale naturale. Un altro problema estremamente importante come fattore di relazione e sul quale possiamo influire terapeuticamente è quello dell’alitosi. L’alitosi è, nella stragrande maggioranza dei casi, dovuta a sanguinamento gengivale e ristagno del sangue stesso, oltre al cibo e alla placca batterica, nella profondità del solco gengivale, specialmente se questo presenta una profondità aumentata a causa di alterazioni infiammatorie (tasca parodontale).

 

I vari passaggi metabolici di degradazione delle componenti delle cellule ematiche, e comunque di putrefazione dei residui organici, determinano l’effetto di alito sgradevole. L’infiammazione della gengiva marginale è talora primaria ovvero legata a scorrette o insufficienti manovre di igiene orale, ma spesso è iatrogena cioè legata a restauri debordanti o comunque non precisi che interferiscono con lo stato fisiologico del margine gengivale. Nel solco gengivale pertanto si depositeranno detriti alimentari, placca batterica e si formerà il tartaro. Fino a che il processo infiammatorio rimane localizzato al di sopra del tessuto osseo di sostegno del dente si parla di gengivite ed è una condizione ancora reversibile con semplici manovre non chirurgiche, strumentali, che mirano a rimuovere la placca e il tartaro sia sopra che sotto la gengiva (scaling).

 

Dental Teeth

Concluso un ciclo terapeutico di igiene professionale e istruendo adeguatamente il paziente al controllo della placca batterica mediante l’uso dello spazzolino e del filo interdentale in poche settimane la salute delle gengive tornerà ai livelli pressoché normali. Viceversa la placca batterica soprattutto sotto gengivale se non rimossa si accresce e calcifica, trasformandosi in tartaro grazie anche all’opera di sostanze batteriche.
I prodotti della placca batterica invadono successivamente i tessuti profondi innescando processi patologici mediati da cellule immunitarie che distruggono i tessuti profondi, tra cui quello osseo, dando origine così alla

tasca parodontale, fase non più reversibile e la cui terapia è essenzialmente chirurgica. Questa situazione patologica comporta oltre i già citati fenomeni di alitosi anche la mobilità dell’elemento dentario che può concludersi con la perdita dell’elemento stesso, anche se di per sé perfettamente sano. Un’ulteriore metodica che lo specialista può sfruttare per migliorare l’estetica del sorriso è l’ortodonzia.
Nell’adulto tale terapia è indicata per la correzione di malposizioni dentarie come affollamenti, chiusura di spazi, rotazioni dentarie ecc… e consiste essenzialmente nell’opportuna applicazione sulla corona dentaria di attacchi (brackets) prodotti in metallo oppure in materiale estetico (ceramica o teflon) cui vengono trasmesse delle forze terapeutiche prodotte dal posizionamento di archi metallici. Il fine di una terapia ortodontica nell’adulto consiste oltre che nel conseguimento di un miglioramento estetico anche nell’acquisizione di uno stato di salute gengivale dettato dalla più semplice accessibilità alle comuni manovre igieniche effettuate dal paziente stesso e quindi un maggior controllo della placca batterica.



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