La competenza “specifica”: impegni maggiori per i Personal Trainer
II 2022 viene qualificato come anno della “Skill” cioè della capacità e competenza. Di ciò ha dato notizia il Corriere…
II 2022 viene qualificato come anno della “Skill” cioè della capacità e competenza. Di ciò ha dato notizia il Corriere…
E' prevista dalla legge N 36 del 2021 avente ad oggetto il riordino delle disposizioni in materia di enti sportivi…
Oggi la nostra classe politica ha una concezione anacronistica ed ancestrale sul ruolo del fitness e delle palestre, ritiene, a torto, che siano luoghi dove si effettua attività fisica per mantenere le "performances" nonché di svago e di divertimento. Non ha, quindi, percepito la loro vera finalità che è quella della prevenzione a beneficio della salute. E difatti l’effettiva, importante e primaria funzione sociale che svolgono è quella di tenere lontano i malanni più gravi ed invasivi che potrebbero colpire i frequentatori: è un dato scientificamente acquisito a livello internazionale e mondiale nonché nell'intera nostra società che l'attività fisica e motoria in genere praticata nelle palestre e nel fitness sotto la guida di persone esperte riduce la pressione arteriosa, controlla il livello di glicemia, modula positivamente il colesterolo nel sangue, aiuta a prevenire le malattie metaboliche, cardiovascolari e neoplastiche, le artrosi e riduce il tessuto adiposo in eccesso. Inoltre riduce i sintomi di stress, depressione da solitudine, con benefici evidenti per l'apparato muscolare e scheletrico. Non è ammissibile che in una società progredita come quella italiana in pieno secolo 21, caratterizzato dalla globalizzazione e della piena espansione dei GAFA (Google, Apple, Facebook ed Amazon) i nostri governanti ancora oggi non abbiano avvertito la necessità di riconoscere alle palestre ed alle strutture fitness, questo nuovo ruolo oggi da esse assunto.
La pandemia del coronavirus che in questi ultimi mesi ha colpito non solo il nostro Paese ma il mondo intero ha distolto l'attenzione da un problema di interesse globale che era emerso sin dall'inizio del 2020. Si tratta della gestione delle risorse alimentari in relazione alla popolazione mondiale sempre in vertiginoso aumento (si parla di oltre miliardi di esseri umani) con risorse alimentari in costante diminuzione. Detto ciò la strada maestra per affrontare questo problema vitale è partire dalla constatazione che la difesa della salute passa attraverso una corretta alimentazione che non si realizza solo con l'attività medicale e sanitaria in genere ma anche e direi soprattutto con la prevenzione. Quest'ultima, infatti, è di portata ben più ampia potendo e dovendo essere attuata sia dai singoli che da chiunque, in qualsiasi ramo della società, abbia il potere di incidere sugli altri. Si pensi, ad esempio, ai datori di lavoro sia pubblici che privati.
Qualcosa si sta muovendo in questi ultimi mesi, che prelude ad un nuovo modo di intendere la prevenzione primaria. Si assiste ogni giorno ad un superamento della sua attuale collocazione in campo esclusivamente sanitario. Essa viene rimodulata nel senso che si possa realizzare con un buon stile di vita, coll'attività motoria e con una corretta alimentazione. Siamo in presenza di una innovazione veramente epocale in quanto l'attività motoria e sportiva, la nutrizione e la corretta alimentazione vengono ufficialmente elevate ad atti finalizzati alla prevenzione delle malattie e, quindi, alla difesa di uno dei diritti fondamentali della persona quale quello della salute. Va, così, prendendo corpo una visione multidisciplinare della prevenzione a favore di soggetti sani in cui una parte attiva di primo rilievo viene assegnata oltre che ai medici anche a soggetti non medici ma qualificati professionalmente non solo nella preparazione sportiva e nel fitness ma anche nella nutrizione ed alimentazione in generale; ovviamente riservando ai medici ogni competenza quando tutte le attività suddette siano svolte a favore di persone ammalate che, in ragione della patologia di cui sono portatori, debbano obbligatoriamente seguire un determinato regime.
L'obesità e il sovrappeso sono figli dell'indifferenza dei pubblici poteri che non hanno posto in essere una vera ed efficace attività di prevenzione, attraverso la diffusione dell'attività sportiva e nuove e più moderne regole di gestione dell'alimentazione. Esse se praticate avrebbero senz'altro fermato l'avanzare di questo fenomeno devastante che tanti danni ha cagionato e continua ancor più oggi a cagionare all'intera società. Finora nel nostro Paese parte della giurisprudenza (superata dai tempi che stiamo vivendo) ha ritenuto che anche una semplice indicazione di dieta a persone sane fosse prerogativa riservata alla classe medica. Quest'ultima dal suo canto, oberata dei numerosi compiti relativi alla terapie da praticare agli assistiti portatori di patologie non è stata in grado di occuparsi a tempo pieno di un compito che pur le era stato affidato dalla legge di riforma sanitaria del 1988 N 833 di impartire un'educazione alimentare a tutti gli assistiti e fra essi anche a quelli non portatori di alcuna malattia.
In questo momento di cambiamento, infatti, il Ministro della Salute, con una dichiarazione resa a fine gennaio 2019, che esamineremo dopo, ha preso in considerazione l’opportunità di dare a tutti i cittadini di ogni età la possibilità di accesso alle varie attività sportive e del fitness per una maggiore tutela della loro salute ed anche per conseguire un risparmio delle risorse economiche riservate alla spesa sanitaria.