Come sempre, tradizionale lo svolgimento, con il venerdì dedicato all’espletamento degli esami per i tre gradi di CFT, che ha visto un numero imponente di partecipanti che hanno letteralmente occupato tutta la grande sala superiore del Centro Congressi, suddivisi in diversi turni. Ancora una volta bisogna far rilevare la serietà dei partecipanti, che non avrebbero necessitato di alcuna sorveglianza per evitare passaggi di informazioni: ognuno si è confrontato con se stesso intuendo come l’esame fosse un pratico rilievo della propria preparazione e un riscontro di tutto l’impegno profuso durante l’anno accademico di insegnamento.
La perfetta organizzazione dello staff ha consentito lo svolgimento in modo ordinato e, come si dice, “tutto è filato via liscio”. Nella grande sala al piano terreno il Presidente Adriano Borelli apriva ufficialmente la Convention rilevando come ogni anno si rinnovi l’incontro tra figure professionali differenti, ognuna delle quali è in grado di apportare significativi contributi alla cultura del fitness. I numeri parlano chiaro: più di 16.000 persone hanno frequentato la scuola ISSA e di queste 10.000 sono state certificate Personal Trainer. Ciò ovviamente ha comportato un impegno organizzativo e didattico quali-quantitativamente elevato, con la necessità di stare al passo con i tempi e di rincorrere ogni giorno notizie, informazioni, commenti del grande mondo della fisiologia del benessere. La recessione che ha colpito l’Italia dal 2008 ha inciso di meno nel settore fitness, seppur lo stesso abbia avuto i suoi contraccolpi, e questo è abbastanza significativo perché è la cartina tornasole di quelle che sono le reali necessità dei clienti, che non trascurano quel bene preziosissimo che è la salute e il suo mantenimento.
Serietà, impegno, aggiornamento continuo sono i momenti cardine dell’attività di ISSA Europe, come ben ha precisato il Presidente Borelli, e ne connotano l’identità operativa. Basandosi su questi, i risultati non possono che essere positivi e, come già detto, i numeri sono lì a dimostrarlo. Salutato da un lungo applauso, il Presidente ha quindi dichiarato aperta la Convention dando la parola al Direttore Scientifico Silvano Busin, che ha brevemente riassunto le linee didattico-scientifiche in cui si muove ISSA, anticipando anche la nuova edizione del volume di studio giunto alla quinta ristampa.
Il primo intervento è stato dei Direttori Tecnici Claudio Suardi e Stefano Zambelli, che hanno diviso la loro relazione in due parti: la seconda avrebbe chiuso la giornata del sabato 20 giugno. Come al solito l’esposizione è stata corroborata da una ricca iconografi a che ha affrontato in modo puntuale il concetto di individualità personale di ogni cliente da cui deriva una diversa risposta in termini di risultati dell’allenamento. È questo un leitmotif che accompagna da tempo la filosofia ISSA, ovvero l’identità biologica del singolo soggetto che risponde comunque in modo differente ad un medesimo stimolo. Ecco quindi la necessità di testare accuratamente il cliente per poter ottenere quei dati utili a formulare un percorso specifico e allo stesso tempo avere la possibilità di eventuali correzioni in corso d’opera per migliorare la qualità della prestazione. L’interrogativo che ci accompagna costantemente è come un approccio standardizzato abbia differenti risposte e come accada spesso di ottenere risultati differenti da quanto ci si aspettava, pur avendo personalizzato il programma di allenamento. Tutto ciò, alla luce dei dati di letteratura, è ben individuato dal fatto che ognuno di noi risponde in modo differente allo stesso tipo di allenamento somministrato in tempi differenti.
È la bellezza e la difficoltà della natura: l’attività, l’alimentazione e la genetica interagiscono nel singolo e rispondono a volte in modo completamente differente a quanto ci si aspetti. Ecco quindi la capacità del Personal Trainer di adattare con intelligenza la scheda tecnica, apportando le necessarie variazioni che dovessero emergere nel naturale percorso. Ancora una volta ci si è soffermati a puntualizzare come sia sempre pericoloso promettere risultati perché il nostro organismo ha la capacità di stupirci ogni volta e solo attenta riflessone, studio e valutazione operativa consentono di offrire al cliente quella qualità professionale di cui ISSA è interprete assoluta.
Successivamente Francesco Marotta, docente universitario, ha affrontato un difficile ma affascinante tema riguardante il rapporto tra i test genetici e l’attività fisica. Tutto nasce dai grandi passi che sta facendo la genomica, una nuova scienza che si interessa dell’analisi del DNA, del genoma e in modo particolare delle variazioni che ci rendono differenti e unici. Questa scienza cerca di correlare le variazioni genetiche con le manifestazioni cliniche: spesso utilizzando queste informazioni per individuare una malattia, ma il più delle volte per valutare la predisposizione a determinate patologie e quindi dare indicazioni su eventuali rischi in rapporto alla statistica rivolta alla popolazione generale. In tutto il mondo vi sono dei centri specializzati che studiano il DNA attraverso test specifici, in grado di fornire informazioni utili alle caratteristiche genetiche del singolo, che possano dare ulteriori indicazioni per affrontare un allenamento fisico più confacente alle necessità del singolo. Attraverso, ad esempio, l’analisi della saliva e dello spazzolato buccale si possono effettuare test che danno notizie riguardo all’attitudine all’attività di resistenza più che di potenza ed eventuali predisposizioni a danni muscolotendinei, all’osteoporosi e anche ad intolleranze alimentari.
Ovviamente questi test sono svolti da personale medico qualificato e vanno quindi interpretati in questo campo, ma il Personal Trainer può avere delle informazioni ulteriori per poter migliorare il proprio fit-check e sviluppare un programma più selettivo rivolto all’incremento della muscolatura, per migliorare la flessibilità articolare, per poter dare consigli alimentari più consoni al tipo di allenamento, insomma per poter definire un percorso di benessere confezionato sulle reali necessità del cliente.
Arnaldo Andreoli, Primario f.f. del Reparto di Riabilitazione specialistica dell’Ospedale Sacco di Milano, ha parlato del sonno e delle sue implicazioni nel benessere di una persona. Il ritmo sonno-veglia regola le nostre giornate: un’alterazione dello stesso per un breve periodo non arreca sostanzialmente disturbi, ma un suo prolungamento può interferire pesantemente con la nostra salute. Un sonno ristoratore consente al nostro organismo di recuperare in termini biochimici lo stress della giornata, aumenta l’increzione del GH, diminuisce la pressone arteriosa, insomma consente al nostro corpo di prepararsi al giorno successivo. Esistono però numerose patologie che interferiscono con il sonno e predispongono a loro volta all’insorgenza di ulteriori disturbi che si vanno a sommare a quelli già presenti. Il relatore ha quindi illustrato tutta una serie di elementi patologici, quali il russamento, l’obesità, il tabagismo, l’abuso di alcol, la bronchite cronica, l’utilizzo di droghe, che fanno sì che il sonno diventi veramente un incubo, nel senso che il soggetto non attraversa le singoli fasi fisiologiche che lo caratterizzano, bensì può andare incontro ad una patologia denominata come sleep apnea syndrome che interferisce pesantemente sulla capacità di ossigenazione del sangue, alterando la ritmicità del respiro.
Tutte queste patologie o cattive abitudini fanno sì che il soggetto abbia dei periodi di apnea in cui la saturazione dell’ossigeno cade bruscamente per poi risalire nel momento in cui egli riprende a respirare, attraverso un complesso meccanismo di protezione sviluppato dal SNC. Questo accadimento può presentarsi in un numero anche elevato di volte durante la nottata, rendendo il sono non ristoratore e predisponendo il soggetto ad ulteriori patologie. L’attività fisica, un’alimentazione controllata e l’eliminazione dei fattori di rischio sono in grado di contenere, spesso in modo soddisfacente, questo tipo di patologia. Ancora una volta l’attività fisica e l’alimentazione risultano essere elementi fondamentali per il benessere di ciascuno di noi.
Ha chiuso la mattinata Giuseppe Tamburo, docente della Scuola Nazione CONI, esperto tributario, che ha dato un inquadramento generale sulle responsabilità civili e penali nello svolgimento dell’attività di Personal Trainer. L’argomento, squisitamente tecnico, è stato affrontato individuando le modalità specifiche con cui si può svolgere l’attività di Personal Trainer, attività commerciale o attività decommercializzata. Questo lavoro è legato anche all’attività svolta da Associazioni sportive con autonomia patrimoniale imperfetta, da Associazioni sportive riconosciute con autonomia patrimoniale perfetta o da Società sportive di capitali o Società cooperative regolate da normative speciali. Partendo quindi da questi presupposti il Personal Trainer deve essere ben cosciente in quale ambito lavorativo si è inserito perché da questo ne consegue la dimensione patrimoniale impositiva verso lo Stato, che come si sa non è per nulla un ente benefico, se non per certe categorie di “soggetti”… Traendo spunto dall’attività lavorativa è stato poi introdotto il concetto di responsabilità civile e le varie tipologie che la rappresentano. Particolare interesse alla responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, che sono sempre create dalla presenza di una danno provocato. Il relatore ha quindi insistito sul fatto che il Personal Trainer debba essere competente anche in materia tributaria per quanto riguarda la sua specifica attività lavorativa: è pur vero che ci si deve appoggiare ad un serio commercialista, ma è anche vero che non è pensabile l’ignoranza della legge proprio per evitare di incappare in spiacevoli contrattempi. Tutto ciò conforta la necessità di una assicurazione specifica che copra i rischi lavorativi e che tuteli l’attività in termini economici.
Il pomeriggio è stato aperto dalla relazione di Silvano Busin, Direttore Scientifico di ISSA Europe, che ha presentato gli ultimi dati di letteratura riguardanti prodotti che vengono utilizzati normalmente come integratori nell’alimentazione quotidiana. Il primo integratore è stato l’alanina, aminoacido presente massicciamente nella biochimica muscolare, che ha il duplice scopo di migliorare l’indice di funzionalità, favorendo la trasformazione del piruvato in glucosio e nello stesso tempo di captare i radicali azotati, diminuendo quindi l’ammoniemia e migliorando di conserva la prestazione. Successivamente è stato affrontato un argomento che più volte è comparso nelle relazioni delle varie Convention, cioè gli aminoacidi ramificati. Questi componenti metabolici sono ampiamente studiati e in letteratura esistono tantissimi lavori che via via o aggiungono o confermano il loro tipo di attività.
Basandosi appunto sulle ultime review internazionali di grande spessore, il relatore ha potuto esporre all’auditorio il risultato delle stesse confermando come i BCAA sono coinvolti in modo massiccio nel metabolismo muscolare, fornendo energia dato che favoriscono il risparmio dell’utilizzo del glicogeno, proteggendo il muscolo dai danni
Tra questi probiotici, particolare interesse verso il lactobacillus casei Shirota, dal microbiologo giapponese da cui prese il nome, che ha dimostrato di avere la capacità di migliorare il transito intestinale, di combattere la diarrea da antibiotici e di stimolare una risposta immunitaria protettiva per le vie aeree superiori. La conclusione è stata che non esistono probiotici buoni o cattivi, bensì probiotici che non hanno letteratura scientifica che li supporta e probiotici che hanno al contrario un ampio riscontro di pubblicazioni che giustifica la loro azione benefica sull’organismo umano. Ha preso poi la parola Augusto Zaninelli, cardiologo dell’Università di Firenze, che ha esposto il problema dell’allenare clienti che sono portatori di patologie cardiovascolari, sottoposti a specifica terapia. Con la consueta chiarezza il relatore ha quindi affrontato i vari tipi di patologia, definendone rapidamente le caratteristiche e dando indicazioni interessanti su come il fit-check medico e tecnico possa essere influenzato dalla presenza di queste malattie. Questo tipo di approccio conferma, casomai ce ne fosse bisogno, la necessità di una accurata anamnesi prima di stendere un programma di allenamento, proprio perché le decadi di età che hanno accesso ai centri fitness, o comunque diventano clienti del PT, aumentano sempre di più. Da ciò il dovere da parte del Personal di conoscere delle linee guida comportamentali che mettano in sicurezza il proprio lavoro ma anche il benessere del cliente.
Un ampio spazio è stato dato anche alla terapia, non perché questa debba essere conosciuta dal Personal Trainer, ma perché alcuni di questi farmaci possono interferire in modo elevato con l’attività fisica. Si è parlato quindi nello specifico dei betabloccanti e dei diuretici. I primi hanno la caratteristica di creare una bradicardia farmacologica che può trarre in inganno nei test di valutazione; i secondi fanno perdere acqua e sali minerali che già fisiologicamente si perdono con l’aumento della sudorazione.
Grande rilievo è stato dato anche alla necessità di adoperare un appropriato linguaggio, ovvero della capacità di comunicare con il cliente. Da qui la necessità di modulare la propria terminologia in rapporto con l’altro da sé: più ricca di contenuti tecnici con l’esperto, più ricca di esempi semplici e quotidiani con la signora Maria. Il parlare diventa quindi non un semplice “chiacchierare”, ma assume la valenza di “comunicare”, il che stimola l’empatia e la migliore adesione al programma di allenamento stilato specificamente per il cliente stesso. Hanno chiuso la giornata Francesco Malatesta e Antonio Parolisi, che hanno relazionato sui principi avanzati dell’allenamento funzionale. Attraverso una serie di slide hanno posto i classici problemi e interrogativi che ogni buon Personal affronta durante il proprio lavoro e hanno risposto e analizzato i corretti atteggiamenti a questi tipi di problemi.
Sabato 20 giugno, seconda giornata di Convention, si è aperto con un preciso e approfondito intervento di Giorgio Felzani, già relatore in precedenti convegni. In modo sintetico, ma estremamente chiaro, ha illustrato i punti di contatto tra medico specialista e Personal Trainer professionista per la gestione di un soggetto con problematiche pneumologiche e neurologiche, specialmente nelle decadi di vita avanzate. Avendo definito che cos’è la BPCO, cioè la broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’asma da sforzo e alcuni fenomeni vascolari cerebrali di carattere ictale, ha indicato delle linee guida spendibili in accordo con il medico di riferimento. Il punto chiave, più volte ribadito dal relatore, è stato che a fronte di una popolazione “che invecchia mediamente bene” sono in aumento sia il numero di fenomeni vascolari cerebrali, sia problematiche neurologiche, sia respiratorie. A tutto ciò si va ad aggiungere il ruolo spesso sottodimensionato del ricovero ospedaliero di anziani e del loro conseguente allettamento: l’immobilità assoluta riesce a ridurre in dieci giorni del 10% la VO2max e in certi casi inizialmente sino al 5% della forza muscolare giornaliera, soprattutto agli arti inferiori, per arrivare poi ad uno steady state di grave insufficienza motoria. Questo tipo di problematica si rifà inoltre a concetti più ampi di stili di vita che, portando alla sarcopenia, hanno una prognosi negativa sulla qualità della vita stessa dovuta ad un decadimento generale di tutte le funzioni metaboliche. Nell’ultima parte della relazione sono state esposte delle linee guida per l’allenamento del soggetto asmatico in palestra.
La seconda relazione della mattinata è stata probabilmente il momento umano più toccante dell’intera giornata. Come dicevamo, un momento spontaneo, profondo e inaspettato, nella dichiarazione della sua ultima partecipazione alle Convention ISSA. Tutto ciò si è concretizzato dopo la lectio magistralis di Giuseppe Montanari, fisiologo di fama internazionale con più di 300 studi pubblicati, docente ISSA da molti anni, con la caratteristica di porsi sempre in modo signorile, esaustivo e all’altezza dell’interlocutore, diremmo con “umile intelligenza”. Il suo intervento è stato come al solito pieno di contenuti tecnici esposti con un lessico inappuntabile, arricchito della sua famosa bibliografia puntuale e ricorrente, infarcito da arguzia espositiva che ancora una volta ha colpito l’uditorio ed è riuscito a stupire anche chi lo conosce e lo ha seguito nel campo della fisiologia applicata allo sport. Partendo dall’antichità, nientemeno dal precursore della personalizzazione della dieta e dell’esercizio nell’ars medica, il grande Galeno, passando attraverso il “magister”, cioè il medicoallenatore degli schiavi-gladiatori, è riuscito a riassumere mirabilmente i punti focali della fisiologia dell’invecchiamento e del fenomeno della sarcopenia. Ha ricordato come quest’ultima sia un complesso multifattoriale, che deve essere conosciuto in tutti i suoi aspetti per poter esprimere prevenzione e terapia efficace. In questo percorso di combattimento, chiamiamolo così, anche il Personal Trainer preparato dà un fondamentale supporto.
A tal guisa è stato puntualizzata l’importanza di un allenamento corretto, che dovrebbe essere applicato in ogni decade di vita. Volendo sintetizzare la filosofia di Montanari, possiamo individuare un suo passaggio fondamentale: “per gestire bene il recupero bisogna prima essere abili a gestire il carico”. Il che significa che per “saper fare” bisogna sapere, provare e aggiornarsi. Successivamente Dario Boschiero ha relazionato un tema assai complesso riguardante la performance psicofisica e il benessere generale correlati alle indagini funzionali con la composizione corporea. La relazione si è dimostrata, come si diceva, assai complessa, ma utile da subito per approfondire molti dei suoi aspetti, specialmente quelli legati ai marker infiammatori, all’overtraining, al deficit energetico e al complesso rapporto invecchiamento e prevenzione. Si è ribadito il concetto di una obesità osteo-sarcopenica presente nel processo di invecchiamento: tutto ciò è stato illustrato tramite un’ampia documentazione visiva con la quale sono stati evidenziati anche stretti rapporti tra psiche e sistemi ormonali, con processi catabolici mediati da sostanze proinfiammatorie che incidono in maniera sensibile sulla composizione corporea e forse si innestano sul delicato meccanismo dei MUS (medically unexplained symptons) sui quali nel nuovo volume didattico ISSA vi è un paragrafo specifico. Il complesso discorso dei marker infiammatori, sia quelli legati al grasso intra ed intermuscolare sia a quello viscerale, necessita di un approccio multifunzionale in cui alimentazione e attività fisica devono essere dosati per il singolo soggetto.
Anche questo relatore ha concluso che un soggetto longevo ha una massa muscolare ben conservata, confermando quanto già detto dal precedente oratore, e individuando ancora il Personal Trainer professionista come elemento portante nel preservare e donare benessere allo scopo di allontanare sempre di più i fenomeni dell’invecchiamento.
La mattinata si è conclusa con l’intervento di Giorgio Leo, Personal Trainer affermato, che ha in modo molto colloquiale ma diretto, enfatizzato la mission di ciascuno di noi, che ben si sposa con la filosofia ISSA: mai illudere il cliente, acquisirlo presso il proprio Centro, dimostrare la propria capacità professionale e quindi fidelizzarlo. Alcune affermazioni si rifanno a quanto aveva detto il Presidente Borelli nell’apertura della Convention: forse nessun settore merceologico ha un mercato potenziale come quello del fitness. La domanda da porsi è “perché facciamo questo lavoro?” che individua il problema non solo come aspetto tecnico, ma come complesso professionale da condividere con il proprio cliente, dimostrando, attraverso tecniche specifiche, i tanti piccoli obiettivi che sono stati realmente raggiunti. Tutto ciò crea soddisfazione e stimolando il cliente a proseguire si trasforma in un circolo virtuoso in cui la necessità di star bene si coniuga con un allenamento finalizzato a star bene. La logica che ispira questo approccio positivo è priva di costrizioni, ma specialmente di obiettivi irraggiungibili: è più valida la piccola emozione di un risultato inaspettato piuttosto che lo sfoggio di voler fare che spesso conduce a muoversi sopra le righe di un corretto rapporto PT-cliente.
La sessione pomeridiana è stata aperta da Simone Masin, docente universitario dell’Università Bicocca di Milano, che ha veramente incantato la platea con un argomento, le telomerasi, complicato ma reso semplice attraverso esempi diretti per spiegare questo fenomeno che è legato al cosiddetto orologio biologico del nostro corpo. Di fatto il nostro DNA non è votato solo alla produzione proteica, ma anche alla duplicazione: in fondo al DNA vi è una zona composta da tanti telomeri, ovvero delle strutture biologiche che consentono la duplicazione cellulare; questa duplicazione però non è infinita e dopo un determinato numero di volte la cellula entra in senescenza e poi muore. Le telomerasi sono degli enzimi specifici che ripristinano in qualche modo i telomeri danneggiati, o meglio persi, e quindi svolgono una attiva protezione contro l’invecchiamento. L’azione dannosa sui telomeri non è solamente legata a fenomeni biochimici, ma anche ad aspetti esterni della nostra esistenza quali lo stress, l’insufficiente riposo notturno, la scarsa attività fisica, le cattive abitudini alimentari.
Questo tipo di insulto biologico amplia nel tempo la perdita appunto dei telomeri e la capacità cellulare di duplicarsi e inevitabilmente, come si diceva, si va verso l’invecchiamento e poi la morte. Il relatore ha portato numerosi esempi di lavori pubblicati in letteratura, tra cui gli studi che hanno portato al Nobel nel 2009 Elisabeth Blackburn, rendendo quindi “quasi semplice” una materia complicatissima quale la biologia molecolare. La conclusione, che è presente in tutte le relazioni ascoltate è che l’attività fisica e l’alimentazione corretta attraverso tutta una serie di elementi, chimici, biochimici, elettrici, fisici, molecolari, eccetera, è di beneficio al nostro organismo e alla fine allunga la vita donando alla stessa qualità e non solo quantità.
Successivamente Pierangelo Bellato, della Fidia Farmaceutica, ha affrontato il problema dell’artrosi sia nello sportivo che nel sedentario, dimostrando come le strutture articolari, specie nella parte cartilaginea, vadano incontro ad invecchiamento e alterazioni. Tutto ciò porta a sintomatologie dolorose e a limitazioni funzionali: non è compito certamente del Personal Trainer, ma lo stesso può indirizzare il proprio cliente al medico competente per la cura e la prevenzione di tali patologie condotta, in certi casi, attraverso iniezioni intra-articolari di acido ialuronico di quarta generazione. Durante questo tipo di trattamento è importante che l’attività fisica non sovraccarichi il giunto articolare: ecco l’importanza ancora una volta dello stretto rapporto tra medico e Personal Trainer.
Subito dopo ha preso la parola Alfonso Marra, illustre magistrato e amico di ISSA da molti anni, che ha affrontato alcuni temi giuridici che interessano il PT. Vista la complessità della relazione, ci limitiamo ad individuare alcuni punti essenziali che sono particolarmente studiati dal suddetto magistrato. Il primo è che una volta che il cliente è stato visitato e reso idoneo all’attività fisica da un medico con opportuna certificazione, è dovere del PT fornire indicazioni su una alimentazione corretta che risponda alle necessità dell’allenamento, che non sia una dieta, specifico atto medico, e che faccia riferimento alle linee guida pubblicate sule riviste di settore. Ancora una volta si è puntualizzato che la dieta è atto medico, mentre i consigli alimentari sono di competenza anche del Personal Trainer, oltre ad essere stati deputati dallo Stato sia ai genitori sia alla scuola.
Alimentazione intesa quindi come atto fisiologico e non come patologia a cui si dedicano gli specialisti. È stato inoltre spiegato in che modo si crei tra cliente e Personal Trainer un rapporto di lavoro che obbliga entrambe le parti a rispondere ad uno specifico contratto da cui derivano responsabilità sia per il fruitore dell’opera sia per il prestatore della stessa. Si è creato quindi un vero e proprio contratto di natura civilistica per cui, a fronte di un adeguato corrispettivo economico, il cliente si attende una prestazione professionale di alta qualità. Come ogni altro contratto di prestazione professionale, il PT risponde al nostro ordinamento giuridico e quindi è suo obbligo conoscerne i vari aspetti per non incappare in malaugurati incidenti. Il magistrato si è poi soffermato sulle certificazioni mediche e sule clausole di esonero da responsabilità, elaborando tutta una serie di ipotesi e di risposte che ancora oggi il famoso Decreto Balduzzi non ha per nulla risolto. In questa “confusione giuridica” è sempre bene che il PT, di fronte ad un dubbio, si consulti con un esperto in materia per evitare di incorrere in sanzioni di carattere penale e civile.
A seguire l’intervento di Roberto Tibi, che ha suscitato non poche perplessità nella Presidenza e nella Direzione Scientifica e Tecnica di ISSA Europe perché in certi momenti si è avuto quasi la sensazione che tutto l’impegno che un Personal Trainer ha profuso per raggiungere la sua dignità professionale potesse essere di ostacolo ad un corretto rapporto con il cliente, più basato sull’empatia e il “divertimento” piuttosto che sul rigore metodologico. Quello che di positivo si può estrarre da questa relazione è che comunicazione e tecnica viaggiano di pari passo sempre ed è possibile che la fiducia che il cliente ripone nel proprio Personal sia frutto oltre che della tecnica anche della capacità di divertire il cliente stesso.
Hanno chiuso la lunga giornata i due Direttori Tecnici Claudio Suardi e Stefano Zambelli, con la seconda parte dell’intervento di apertura del venerdì 19. Si è approfondito il concetto che l’ipotrofia muscolare legata alla sarcopenia e alla dinapenia non riguarda solo l’aspetto estetico ma incide fortemente sulla salute del soggetto. I due tecnici hanno fornito una serie impressionante di slide, tratte dalla letteratura internazionale, dove venivano esplicitati studi che individuavano il rapporto tra una scarsa muscolatura a disturbi metabolici quali il diabete, l’obesità e l’ipertensione. Si è ancora affrontato il problema della produzione da parte dei depositi adiposi di proteine pro infiammatorie e, al contrario, la produzione di produzione di proteine anti nfiammatorie con un’attività fisica mirata. La conclusione è stata che solo un corretto allenamento è in grado di agire sulla cascata ormonale per passare da un sistema catabolico (proteolisi) ad un sistema anabolico (proteosintesi). E ancora una volta si è ribadito che l’attività fisica è fondamentale per il mantenimento del benessere fisico di una persona.
La domenica mattina del 21 giugno rimane come appuntamento annuale tra lo staff ISSA e gli “Issini fedeli”, in cui vengono affrontati problemi concreti. Hanno aperto la mattinata Silvano Busin e Stefano Zambelli, che hanno parlato a due voci sui punti di contatto tra fitness e riabilitazione. L’argomento di base è stato il fenomeno dell’invecchiamento, quindi il fatto che l’avanzare dell’età porta in modo irreversibile alla perdita di massa muscolare e di conseguenza della forza che spesso è sottovalutata in queste decadi. Infatti, mentre le fibre di tipo Ia rimangono presenti e quindi consentono una residuale attività di resistenza che può essere anche soddisfacente per la vita quotidiana, in realtà la perdita delle fibre di tipo IIa legate alla forza fa sì che la capacità prestativa del soggetto diminuisca in modo drammatico e ci sia una perdita globale di funzionalità, spesso espressa attraverso le cadute, con le sue evidenti conseguenze. Da qui la necessità di impostare un corretto allenamento che stimoli di base la resistenza, ma come valore aggiunto indispensabile riproponga la forza e di conseguenza la potenza per migliorare l’equilibrio, gli atti della vita quotidiana e quindi aumentare il benessere e allungare la vita. È stato dato come esempio uno studio svolto presso l’ospedale in cui Silvano Busin era direttore, su pazienti ricoverati e sottoposti alle valutazioni standard sulla possibile malnutrizione. È stato rilevato come l’utilizzo della BIA, oltre ai test standard utilizzati, riesce a scoprire elementi malnutriti che i test standard ospedalieri non sono riusciti ad evidenziare.
Si conferma ancora una volta che le donne presentano minor perdita di massa muscolare rispetto all’uomo, a parità di età e di patologia, come ampiamente descritto dalla letteratura. Alla luce di questi dati l’esercizio muscolare rappresenta un forte stimolo per l’apparato endocrino, per quello osteoarticolare e per una miglior qualità della vita, intendendosi la capacità di svolgere le ADL senza difficoltà, il che per un anziano non è poco.
Ha terminato la mattinata Andrea Manzotti, osteopata di caratura internazionale, che ha presentato tutta una serie di test di valutazioni posturali che permettano al Personal Trainer di creare vantaggi funzionali al proprio cliente. Interessante e affascinante, seppur superspecialistica, la parte dedicata alla valutazione dei bambini, alle loro posture e a quanto si possa e debba fare in determinate situazioni. La relazione si è soffermata a lungo su quelle che sono le alterazioni posturali più frequenti, puntualizzando però come non sempre sia necessario un intervento per modificare, appunto, la postura proprio perché il soggetto ha acquistato un suo equilibrio e quindi un comfort che, modificato, potrebbe rivelarsi controproducente. Ecco quindi la necessità ancora una volta di un fit-check preciso con valutazioni corrette che devono rispondere alla necessità di avere sempre “lo stato di benessere” del nostro cliente.
Il Presidente Adriano Borelli ha chiuso come sempre la Convention ringraziando tutti per l’impegno profuso nella buona riuscita della stessa e dando appuntamento all’anno prossimo.