Come allenare le fibre bianche e perché

come allenare le fibre bianche e perché è importante farlo nella seconda parte della vita

Nella seduta di allenamento spesso l’attenzione si concentra sul carico sollevato e sul numero di ripetizioni. Un aspetto spesso trascurato è la velocità di esecuzione che è direttamente correlata alla capacità di allenare le fibre bianche che caratterizzano il nostro sistema muscolare (composto da fibre rosse e bianche).

 

Perché allenare le fibre bianche?

Ogni gesto umano combina forza e velocità per spostare resistenze e superare ostacoli, rendendo l’efficienza del movimento un elemento cruciale per la salute fisiologica, specialmente con l’avanzare dell’età. Con il passare del tempo, in particolare dopo i 50 anni, la perdita di fibre bianche diventa un fenomeno significativo. Queste fibre sono responsabili della rapidità e della potenza muscolare e la loro riduzione porta a un peggioramento dell’efficienza fisica. Si riduce la capacità di reagire velocemente agli stimoli, aumentando il rischio di infortuni e compromettendo la qualità della vita. In questa fase l’allenamento mirato può fare la differenza.

Mantenere attive le fibre bianche permette di preservare agilità e coordinazione, contrastando il declino muscolare. Allenarsi con movimenti lenti e monotoni, privi di variazioni di velocità, significa la perdita di queste fibre.

 

Cosa fare?

“Se ti alleni lento, vivrai lento e con meno salute” non è solo uno slogan, ma una verità scientifica. Il corpo risponde agli stimoli ricevuti, quindi per preservare la capacità di movimento rapido e reattivo è fondamentale includere esercizi che combinino forza e velocità. Nella seconda parte della vita, oltre all’attenzione su ripetizioni e carico, è essenziale inserire variazioni di velocità nell’allenamento. Questo produce livelli di potenza (combinazione di forza e velocità) ottimale per il benessere della persona.

Non vuol dire far fare balzi o ripetute a un cinquantenne sedentario ovviamente, significa considerare e ottimizzare i suoi livelli di velocità e carico per le sue attività e desideri quotidiani. Non dobbiamo avere paura della velocità se la intendiamo come componente essenziale di tutti i gesti quotidiani. Ognuno ha la propria dose di velocità per permettere al sistema muscolare e nervoso di rimanere vigile o pronto per la giornata. Nel rispetto delle capacità individuali e dell’età, senza sovrastimare le possibilità ma neppure sottostimarle. Per questo lo studio della fisica e biomeccanica ci dà sicuramente una mano.

 

Il ruolo del Personal Trainer per allenare le fibre bianche e strutturare un training efficace

Un esempio di innovazione in questo ambito sono le attrezzature con resistenza pneumatica, che stanno riscuotendo curiosità e riscontri positivi. Questi macchinari sono progettati per ridurre significativamente le inerzie, rendendo il movimento più sicuro e fluido.

Inoltre, aumentano il tempo di contrazione attiva delle miofibrille (molto importante nella preservazione di tutti i tipi di fibre), proprio perché non chiedono aiuto all’inerzia.

Permettono di adattarsi a molteplici piani e assi di movimento e soprattutto velocità. Offrono una capacità di misurazione estremamente precisa di tutti i parametri chiave: velocità, forza e potenza, utilizzando scale dedicate per ciascun valore.

In questo contesto, il ruolo del personal trainer diventa fondamentale. Un professionista qualificato è in grado di strutturare un allenamento personalizzato e completo, monitorando progressi e adattando gli esercizi in base alle esigenze specifiche, integrando tutti i mezzi a sua disposizione.

Un programma bilanciato dovrebbe includere una combinazione di esercizi di forza, resistenza e velocità, con un focus particolare sulla qualità del movimento e sulla prevenzione degli infortuni. Questo deve tenere un po’ da conto la necessità di preservare e, dunque, allenare le fibre bianche, alleate imprescindibili di una seconda età vigorosa, efficiente e sana. Buon allenamento a tutti!

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