Cos’è l’osteoporosi?
Forse non avete mai pensato che le vostre ossa sono vive, ma è così. Ogni giorno, nel corpo si verifica un ricambio osseo (si scompone un osso vecchio che viene sostituito con uno nuovo).
Quando si invecchia, cambiano le proporzioni: si perde più massa ossea di quanta se ne acquista. Se la perdita è cospicua, è possibile che si sviluppi una malattia chiamata osteoporosi, che causa l’indebolimento delle ossa, rendendole fragili e più esposte a fratture.
La parola osteoporosi significa “ossa porose”. È un modo appropriato per descrivere quello che si verifica nello scheletro in presenza di questa malattia.
A causa della perdita di tessuto osseo, le ossa che erano dense e forti possono non essere in grado di sopportare lo stress di un pur semplice movimento come piegarsi o voltarsi per guardare dietro di sé.
Fino a poco tempo fa l’osteoporosi era considerata parte normale dell’invecchiamento, al pari dei capelli grigi o delle rughe. Ma non è certo naturale che l’osso riduca la sua lunghezza o si rompa per un colpo di tosse o con un abbraccio.
La buona notizia è che la malattia si può prevenire e curare. Il fattore chiave per evitare l’osteoporosi è costruire uno scheletro forte quando si è giovani e rallentare la perdita della massa ossea invecchiando.
Anche se l’osteoporosi è già in atto, una buona alimentazione, l’allenamento e i farmaci possono rallentare o anche invertire il progredire della malattia. Non è mai troppo tardi per fare qualcosa per la salute delle vostre ossa.
I rischi dell’osteoporosi
Ogni anno l’osteoporosi causa più di due milioni di fratture. Le più comuni sono alla spina dorsale, all’anca e al polso ma si possono verificare anche in altre ossa.
Una frattura da compressione alla colonna causa il crollo delle vertebre e può portare ad una perdita di centimetri in termini di altezza e ad una schiena incurvata. Le fratture all’anca possono cambiare la vita.
Soltanto un terzo di coloro che la subiscono ritorna ad eseguire le normali attività che svolgevano prima della frattura. E circa un terzo va a vivere in una casa di riposo per il resto della vita. Come se non bastasse, si devono aggiungere ai problemi causati dall’osteoporosi dolore cronico, ansia e depressione.
Modifiche negli anni. Tre generazioni della stessa famiglia mostrano come l’osteoporosi può lentamente modificare la postura e causare graduali perdite in altezza. L’osteoporosi è molto comune nelle donne nel periodo post-menopausa.
Una donna di 50 anni o più ha il 50% delle possibilità di fratturarsi un osso nel tempo che le resta da vivere. Le statistiche indicano che il rischio di frattura dell’anca è pari al rischio combinato di sviluppare cancro al seno, all’utero o alle ovaie.
Sebbene l’osteoporosi sia meno frequente negli uomini rispetto alle donne, essi hanno più probabilità di morte dopo essersi rotti un femore.
Molte persone hanno ossa deboli senza saperlo. Il motivo è che questo indebolimento avviene lentamente nel tempo e non provoca dolore. Frequentemente un osso rotto è la prima ed unica indicazione che una persona può soffrire di osteoporosi.
Purtroppo, quando si verifica la frattura la malattia è già ben sviluppata. Un test della densità ossea è il modo migliore per prevedere il rischio di fratture.
La banca delle ossa
Pensate al vostro scheletro come ad una banca delle ossa. Proprio come i risparmi che mettete da parte e dai quali potete attingere in caso di necessità, così il calcio e altri minerali sono i “fondi” che accumulate nel vostro scheletro.
La buona salute delle ossa dipende dal tenere la vostra banca delle ossa ben rifornita di minerali che siano capaci di soddisfare la necessità dell’organismo. All’interno del nostro conto corrente delle ossa avvengono molte transazioni.
Ecco perché in tutta la nostra vita si formano nuove ossa, mentre quelle vecchie vengono eliminate. Attraverso questo processo il nostro scheletro si rifornisce e si mantiene. Per gli adulti il registro ideale è quello che contiene tanti depositi quanti sono i prelievi.
Osso. L’osso normale è forte e flessibile. L’osso osteoporotico è più poroso, più debole e soggetto a frattura.
Di seguito si elencano alcuni termini legati al concetto di banca delle ossa.
Massa ossea è il totale del tessuto osseo che si trova nello scheletro.
Pensate a tutto questo come se fosse il vostro intero patrimonio in qualsiasi momento. Densità ossea si riferisce a quanto è compatto il tessuto osseo, ricco di minerali.
Immaginate tante banconote accumulate in una cassetta di deposito. Forza ossea è la capacità delle ossa di sopportare lo stress e dipende dalla qualità delle stesse, tra cui massa e densità. Potreste paragonarla alla capacità del vostro conto corrente di gestire grandi transazioni giornaliere. (4)
In altre parole, più osso avete e più è denso, più forte è il vostro scheletro e più pieno è il vostro conto alla banca delle ossa. Ossa forti rendono meno probabili la comparsa dell’osteoporosi e le fratture.
Se non ci sono abbastanza ossa nella vostra banca
In gioventù si depositano costantemente ossa alla banca delle ossa. Ma intorno all’età di 30 anni le cose cominciano a cambiare. I “prelievi” iniziano ad essere in numero maggiore rispetto ai “depositi”.
Gradualmente si inizia a perdere massa e densità ossea. È normale. Non è normale se i prelievi superano i depositi ad un livello tale che lo scheletro diventa debole e fragile. I ricercatori devono ancora capire le ragioni per cui questo succede. Probabilmente sono coinvolti vari fattori.
Certamente “perdita ossea” non significa che si perdono pezzi di ossa. La perdita è nei termini del loro contenuto minerale. La parte esterna delle ossa diventa più sottile e l’interno diventa più poroso. Questo priva lo scheletro della sua forza.
Al microscopio, un osso affetto da osteoporosi sembra un ponte di acciaio come molte travi mancanti. Come un ponte indebolito, potrebbe non essere più in grado di sopportare la pressione giornaliera e lo sforzo a cui viene sottoposto.
Il rischio di osteoporosi non dipende soltanto dal tasso di perdita ossea, ma anche da quanto osso è stato accumulato nel proprio conto corrente osseo durante la giovinezza. Per questo la malattia riguarda indistintamente i giovani e gli anziani.
Segnali e sintomi
L’osteoporosi è spesso descritta come un ladro silenzioso perché la perdita ossea che causa non è dolorosa per molti anni. E anche nei casi in cui la perdita è rapidissima, nei primi stadi possono non presentarsi i sintomi.
Fratture da compressione. Questa immagine ai raggi X dimostra come le fratture da compressione delle vertebre (vedi frecce) causa una curvatura anomala della colonna, con conseguente postura incurvata.
Poi un giorno, si frattura un osso durante le abituali attività: una costola mentre sollevate il cesto dei panni lavati o una vertebra mentre vi piegate per allacciare le stringhe delle scarpe.
A questo punto, la malattia potrebbe essere ad uno stadio avanzato e parti del vostro scheletro potrebbero essere già molto deboli ed esposte a fratture. Altri segnali e sintomi nel caso di frattura da compressione della colonna vertebrale sono:
- mal di schiena;
- diminuzione dell’altezza;
- schiena incurvata.
Ricordatevi che il dolore alla schiena, la diminuzione dell’altezza e la schiena incurvata non significano necessariamente che si soffre di osteoporosi. Soltanto se si è subita una frattura da compressione la malattia di solito provoca mal di schiena.
Le cause più comuni per il mal di schiena sono lo strappo muscolare e la lesione del disco vertebrale. Però, dato che ci può essere la possibilità che il mal di schiena derivi da una frattura causata dall’osteoporosi, è importante consultare il medico per accertarne la causa e prendere gli opportuni provvedimenti. Poiché nei primi stadi l’osteoporosi non dà segni, è importante essere consapevoli dei maggiori fattori di rischio.
Poiché nei primi stadi l’osteoporosi non dà segni, è importante essere consapevoli dei maggiori fattori di rischio.
Se temete di essere esposti al rischio di osteoporosi, sottoponetevi ad un test per la densità ossea prima che il vostro scheletro si indebolisca. Ricordatevi che il momento migliore per agire è prima che un osso subisca una frattura, non dopo.
Tipi
L’osteoporosi si sviluppa per diverse ragioni. Per scegliere in modo corretto la cura, il medico deve diagnosticare il tipo di osteoporosi di cui soffrite e quale ne è la causa. Nella donna l’osteoporosi molto spesso si presenta con perdita ossea dopo la menopausa.
Spesso c’è una concausa tra perdita ossea postmenopausa (5) e perdita ossea dovuta all’invecchiamento.
La maggior parte degli adulti raggiungono il picco di massa ossea tra i 20 e i 30 anni e negli anni successivi gradualmente essa diminuisce. Oltre agli effetti dell’età, la perdita ossea può essere la conseguenza di un’altra malattia o dell’uso di certi farmaci. Ci sono anche forme secondarie di osteoporosi, ma meno comuni.
Osteoporosi postmenopausa
L’osteoporosi postmenopausa subentra durante e dopo la menopausa perché i livelli degli ormoni estrogeni che costruiscono le ossa iniziano a calare. Nella maggior parte delle donne, la menopausa avviene intorno ai 50 anni.
Due o tre anni prima che la donna abbia il suo ultimo ciclo mestruale, i livelli di estrogeni iniziano già a calare. La riduzione continua per altri tre o quattro anni dopo l’ultimo ciclo. Durante questo periodo la perdita ossea accelera perché gli estrogeni, necessari per la salute delle ossa, non sono più presenti a livelli sufficienti.
Le donne possono perdere fino al 20% della loro massa ossea nei primi 5-7 anni dopo la menopausa. Intorno ai 70 anni la perdita ossea rallenta ma non si ferma.
Nella vecchiaia molte donne hanno perso dal 35 al 50% della loro massa ossea. Se si entra in menopausa con una massa ossea bassa è più probabile che si sviluppi l’osteoporosi. Ecco perché sono importanti alcuni passi per costruire e mantenere la propria massa ossea negli anni della giovinezza.
Osteoporosi legata all’età
Tutti – sia uomini che donne – subiscono una perdita ossea con l’età. È normale perderne una piccola percentuale ogni anno fino agli 80 anni. Questo si verifica perché durante l’invecchiamento le ossa si riformano più lentamente mentre la riduzione rimane agli stessi livelli o aumenta.
La struttura interna delle ossa si indebolisce e la struttura esterna si assottiglia. Questi cambiamenti fanno parte dell’invecchiamento. (6)
Quello che è importante è il livello di cambiamento. Non è normale avere una perdita ossea tale da sviluppare l’osteoporosi. L’osteoporosi è più comune nelle donne anziane perché hanno una doppia sfortuna: alla perdita ossea dovuta all’invecchiamento, che colpisce sia le donne che gli uomini, si aggiunge il fatto che esse devono affrontare la perdita ossea dovuta alla menopausa.
Quella legata all’età può iniziare prima della menopausa, ma i suoi effetti spesso non sono evidenti fino a che la menopausa è completa. Ci si potrebbe non accorgere di avere una perdita ossea legata all’età fino ai 75 anni o anche più tardi.
Bibliografia e note
1) Stolnidci B, Oliveira LG. For the first fracture to be the last. Rev Bras Ortop. 2016 Feb 1;51(2):121-6.
2) Si parla di massa minerale ossea o contenuto minerale osseo per riferirci alla quantità di minerali contenuti nel nostro scheletro (spesso si usa anche la sigla BMC, dal termine inglese “bone mineral content”).
3) Tuttavia, questa prima definizione è molto approssimativa, e richiede ulteriori precisazioni. Infatti la massa ossea dipende direttamente dalle dimensioni dell’osso (e del corpo). Una persona molto alta e grossa avrà infatti ossa più grandi, e quindi una maggior “massa ossea” (quantità di minerali contenuta nell’osso), di una persona piccola e sottile. Perciò il valore della massa ossea in sé non dice nulla se non si considerano le dimensioni del corpo. Non è indicativo (se non per confrontare i valori rilevati in uno stesso individuo nel corso del tempo) e non permette di fare confronti fra individui diversi.
4) La composizione delle ossa determina due importanti proprietà meccaniche: la forza e la rigidità. La forza di un osso può essere definita dall’entità del carico che determina il punto di rottura, mentre la rigidità è dovuta alla capacità di deformazione lineare della struttura quando viene sottoposta a degli stimoli esterni, in cui le nostre ossa sono coinvolte quotidianamente. Come qualsiasi altro materiale, anche l’osso è sottoposto a pressioni per centimetro quadrato: questo meccanismo più semplicemente viene definito forza da stress. Nel 1964 fu elaborato un complesso modello biomeccanico che poneva l’accento su due fattori. Lo strain, cioè il rapporto tra le forze da stress e la rigidità della struttura, concetto applicabile a qualsiasi tipo di materiale, considerando come elemento essenziale il punto di rottura.
5) Pavel OR, Popescu M, Novac L, Mogoanta L, Pavel LP, Vicas RM, Traistaru MR. Postmenopausal osteoporosis – clinical, biological and histo-pathological aspects. Rom J Morphol Embryol. 2016;57(1):121-30
6) Gibon E, Lu L, Goodman SB. Aging, inflammation, stem cells, and bone healing. Stem Cell Res Ther. 2016 Mar 22;7:44
a cura della Redazione
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