Ci soffermiamo nuovamente su un ritornello che ci ha accompagnato per mesi: “Ne usciremo migliorati…”.
Sembrava insomma che il Covid avesse una funzione catartica volta al miglioramento globale della società, tutto ciò prevedendo un approccio positivo alla nostra quotidianità così duramente percossa dalla pandemia. Non avevamo però fatto i conti con un pericoloso bullo di periferia che avrebbe portato la guerra in centro Europa, condizionando le economie mondiali e facendoci fare un salto all’indietro di almeno mezzo secolo. Ma ritornando alla prima considerazione si deve rilevare come ormai da tempo su tutti gli organi di informazione si parli della crisi esistenziale che ha colpito giovani e giovanissimi: un aumento vertiginoso di disturbi del comportamento alimentare, unitamente ad un’esplosione di aggressività per futili motivi, un’espansione di alterazioni dell’umore in senso depressivo, il ritorno alla contestazione in alcuni casi molto violenta verso i docenti e, per guarnire il piatto, un aumento delle aggressioni del personale sanitario, specie nei Pronto Soccorsi. Il buco temporale che ha caratterizzato i tempi della pandemia si è trasformato in un black hole nella coscienza morale e nella salute mentale di un numero impressionante di giovani, portando alla luce fragilità nascoste che riverberano molto spesso la cattiva gestione familiare e il rapporto malato figli-genitori. Perché ci permettiamo di dire rapporto malato? Perché i rilievi riportati da importanti società statistiche rivelano come molti genitori sono schierati a protezione dei propri fi gli, e questo è sacrosanto, anche quando gli stessi commettono azioni illecite, e questo non è accettabile. Non ci resta che sorridere al retorico pensiero di quando i nostri nonni non avrebbero mai pensato di contestare un rilievo negativo da parte degli insegnanti e anzi ci avrebbero magari aggiunto uno scappellotto. L’utilizzo maniacale di internet e dei social, unito alle abitudini del week-end di strafarsi con sostanze nocive o sparandosi a mitraglia gli shottini, ci propone una generazione fortemente problematica e siccome, come usualmente si dice, “il futuro è dei giovani” la cosa non ci lascia minimamente tranquilli e quindi si può concludere che il nuovo ritornello è: “ne siamo usciti fortemente peggiorati”. Che i cavalieri di Armageddon si siano messi in movimento? Movimento positivo invece lo indichiamo per tutte le età come elemento di prevenzione delle malattie, come fattore di dinamicità sociale, valore aggiunto nel mantenimento della propria salute. Su questa rivista ne abbiamo parlato ampiamente condividendo le raccomandazioni di autorevoli scienziati che indicano come un’attività fisica non agonistica ma costante e adatta per ogni decade di vita e somatotipo della persona si è rivelata essere elemento fondamentale nel diminuire l’impatto delle principali malattie metaboliche che portano con sé disagio e carico economico sul SSN. Oltre che, non dimentichiamocelo, migliorare la qualità della nostra vita. L’emanazione della legge sullo sport e i decreti delegati ad essa collegati confortano l’esperienza ultraventennale di ISSA Europe nelle cui corde vibra da sempre la necessità di unire una corretta alimentazione ad una corretta gestione del movimento. E rileviamo, senza alcuna volontà polemica, che lo sport è un magnifi co esempio di crescita fi sica e culturale, ma contiene in sé l’epifania del risultato che accetta anche la lesione d’organo come parte del gioco. Al contrario, l’attività legata al fitness prevede espressamente una assoluta mancanza di effetti collaterali negativi, da cui si evince la necessità di avere del personale formato in modo completo, non solo nella parte pratica ma anche in quella, più difficile, teorica basata sui concetti in continuo divenire della fi siologia dell’allenamento. Obiettivo ambizioso ma che siamo più che convinti di averlo raggiunto e consolidato nel divenire dell’attività formativa.
Verum scire est per causa scire. La vera conoscenza è quella che si acquisisce attraverso l’agire.
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