Differenza tra fitness e sport, esercizi orientati a forma e salute

Differenza tra fitness e sport, esercizi orientati forma e salute

Sport e fitness sono campi diversi e tra i due concetti vi è una sostanziale differenza. Il primo è strettamente legato alla prestazione e cioè a specifici fini. Il secondo ritiene quest’ultima un test saltuario da utilizzare come controllo dello stress. E quindi considera la prestazione un mezzo. Da qui il diverso valore degli esercizi. Esempi: slancio e strappo per la pesistica, stacco da terra per il power-lifting, croci agli anelli per la ginnastica eccetera ha obiettivi sportivi. Il legame con la salute rimane incerto e spesso arbitrario. Nel fitness gli esercizi sono mezzi per soddisfare una richiesta orientata maggiormente alla forma e condizione. Una variabile che assume un valore non secondario nel fitness è lo stile di vita.

 

La differenza di esigenze quando si eseguono esercizi di fitness e sport 

Rimando al tema esercizi, il cliente fitness può richiedere una forma e condizione senza particolari specificità o con specificità come è il caso di chi chiede l’opera di un personal trainer. Sia nel primo che nel secondo caso si procede a un’analisi iniziale che va dalle possibilità di movimenti articolari, rilevando eventuali disfunzioni, al livello delle capacità condizionali che soggiacciono alla condizione, al rapporto massa magra/grassa come dire forma. Si aggiungono a queste la richiesta/e specifica/e del cliente.

Qui si concretizza la differenza tra sport e fitness. In questo secondo caso c’è un bisogno individuale e non specifico d’uno sport. Questo ampio ventaglio di qualità e quantità che danno consistenza al fitness ne spiegano il potenzialmente vastissimo numero di esercizi. La prima operazione del tecnico è la scelta dell’esercizio che partirà dalle richieste del cliente e passerà attraverso la griglia delle possibilità motorie del soggetto emerse dall’analisi iniziale e dall’obiettivo. Trascurando qualsiasi limite individuale, la scelta dell’esercizio sarà conseguente alla catena cinematica che vogliamo attivare (e non viceversa) e il livello di stimolo, con una ampiezza che va dall’estremamente localizzato all’estremamente delocalizzato. Come dire dal curl con manubrio concentrato al footing. Dal singolo muscolo al sistema cardio-respiratorio.

All’interno della catena cinematica attiva il movimento è prodotto dalla tensione sviluppata dall’unità funzionale della contrazione, il sarcomero. Come primo livello anatomico vedremo contrarsi il muscolo. La richiesta di adattamento di un esercizio monoarticolare come il curl sarà in tutti i livelli di organizzazione fino ai flessori del gomito. La richiesta adattativa è fortemente locale. Se questa richiesta fosse più ampia impegnerebbe i livelli superiori, per esempio ormonali in maniera diretta o/e differita. Esercizi a catene cinematiche ampie nel RT sono i cosiddetti esercizi base. In questi il muscolo target è uno, ma le articolazioni sinergiche con i loro muscoli sono molte. Quindi alte R, alti stimoli muscolari, alta quantità di metaboliti con stimoli sui sistemi. È possibile gestire la prevalenza degli stimoli muscolari su quelli sistemici e viceversa.

Per i muscolari si può optare per metodi estremamente duri all’interno della serie come nell’heavy-duty o lavorare con un numero di serie più alto e un rest adeguato all’obiettivo. Un caso a parte è rappresentato dai circuiti dove si esegue una sola serie per esercizio ma diversi esercizi in catena attivanti catene cinematiche tra loro lontane in maniera da evitare accumuli di stanchezza specialmente negli arti. Con questo si otterrebbe un ridotto stimolo locale e un’alta somma di metaboliti nel sangue, specialmente acido lattico, messaggero per l’increzione del GH.

Scelta dell’esercizio ed età

Fitness è termine biologico che indica il più adatto. Molto crudamente a assicurarsi una prole. L’accettazione del partner è molto legata alla forma. Quindi nulla di strano se è stata sempre maggiormente richiesta dai soggetti giovani. La scelta d’esercizi che prediligono catene cinematiche della parte anteriore del corpo è un dato di fatto in questa fascia di popolazione ed è il primo impatto visivo nella vita di relazione.

Lo stesso soggetto col passare degli anni si troverà a dare un altro significato alla parola “adatto”.

Nell’età adulta, quando ha ottemperato ai suoi impegni evolutivi e ha assicurato la replicazione e moltiplicazione del DNA, il corpo (soma) che ne è stato il mezzo perde di importanza e esperimenta il declino naturale delle funzioni. Non è disposto a sgomberare il campo solo perché il risultato della partita è determinato. Ci sono i frutti dell’esperienza, molto tempo libero, la possibilità di fare cose che gli impegni di una vita attiva non hanno permesso. Ci sono i portatori del DNA figli e nipoti – la prova dell’immortalità del DNA. La vita vale ancora di essere vissuta a condizione che la qualità sia alta.

È ancora importante la forma che non è più strettamente muscolare ma orientata a una postura eretta e flessibile. Programmi ben studiati di fitness permettono di riavvolgere la moviola e rallentarne la velocità di progressione. Il recupero e mantenimento della forma/postura dipende dalla funzionalità delle catene crociate posteriori dove si dovrebbe indirizzare primariamente la scelta degli esercizi.

Il recupero delle capacità condizionali forza, buona flessibilità per mantenere nel range fisiologico le articolazioni e un buon livello di capacità cardiorespiratorie che permetta qualche rampa di scale senza rischiare il collasso.

L’utilizzo eccessivo di tecnologie digitali nella fascia di età dei giovanissimi rende necessaria particolare attenzione alla catena crociata posteriore. La normalità delle curve della spina dorsale e la posizione delle spalle dovrebbe essere un obiettivo.

 

Filippo Massaroni, Docente di discipline scientifiche presso gli Istituti Statali e la Facoltà di Scienze Motorie di Tor Vergata (Roma)

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