Il contagio emotivo, lettera al benessere

Se volessimo sintetizzare secondo le Linee Guida ISSA Italia l’operato del P.T. potremmo affermare che:
• Personalizza in funzione del cliente e dei suoi obiettivi.
• Verifica i risultati ottenuti.
• Adatta in funzione degli stessi.
• Risponde alle esigenze del cliente adeguando esercizi e protocolli.
• Testa e analizza – consiglia e controlla.
Ogni nostra scelta o strategia dovrà essere finalizzata a garantire salute e benessere al nostro cliente ed ai suoi occhi appariremo sicuramente professionali. Le nostre indicazioni verranno seguite diligentemente, provvederemo a testare i risultati, a personalizzare i protocolli di lavoro e, quasi sicuramente, gli obiettivi definiti in fase di incontro conoscitivo e successiva anamnesi verranno perseguiti.

 

Ho voluto sottolineare gli obiettivi perché potrebbero rappresentare la chiave del nostro successo. Riuscire a perseguire gli obiettivi è garanzia di soddisfazione e un cliente soddisfatto è un cliente che difficilmente perde la sua motivazione, ergo un cliente fidelizzato. Questo sarà il nostro biglietto da visita: è sinonimo di professionalità e rappresenterà anche una valida promozione per il nostro lavoro. Ma se un giorno in palestra con il nostro cliente dopo una serie da 12 ripetizioni alla Chest Press ci accorgiamo che qualcosa non va? Ci sembra assente, preoccupato? Cos’è successo?

 

La sua risposta emotiva è cambiata. Di fronte a questa situazione dovremmo capire come correre ai ripari. Fa parte del nostro lavoro al pari di compilare una tabella personalizzata. Un Personal Trainer dovrebbe conoscere quali sono le strategie da adottare nel proprio lavoro per garantire continuità e motivazione. Si sente parlare di Fiducia, di Contatto Umano, di Incoraggiamento, di Feedback Positivi e di Feedback Negativi. Sono valide armi a nostra disposizione, sicuramente efficienti a livello psicologico-motivazionale.

 

Ma ricevere motivazioni dall’esterno purtroppo potrebbe risultare poco efficace, si potrebbe dimostrare più indicata l’automotivazione.

 

Quali accorgimenti possiamo mettere in atto per garantire una sufficiente automotivazione escludendo a priori i tradizionali Feedback Positivi, Feedback Negativi, gratificazioni e risultati raggiunti?

Le persone dimenticheranno quello che hai detto, non ricorderanno quello che hai fatto, ma non scorderanno mai come le hai fatte sentire (Maya Angelou).

 

Una strategia da adottare prevede di migliorare la nostra intelligenza emotiva:

ma cosa sono le emozioni? Le emozioni – ex movere, spingere fuori – modificano le relazioni organico-ambientali, sono per così dire il catalizzatore che accende i motori dell’agire umano. Si generano in modo progressivo geometrico (come una valanga da una palla di neve). Gli stati emotivi ci attivano ad agire modificando i nostri atteggiamenti e, nel tempo, creano temperamento ma, soprattutto, possono trasformare il gesto, all’apparenza banale, di distendere le braccia sopra la testa o stare in equilibrio, in qualcosa di magico.

 

Parlando di emozioni appare subito evidente che recuperare potrebbe dimostrarsi difficile. Meglio giocare d’anticipo e costruire anzitempo le condizioni affinché il nostro incontro diventi gratificante, oggi e nel tempo. Dovremo semplicemente creare i presupposti per rendere speciale il nostro appuntamento, per cambiare l’atteggiamento delle persone con le quali lavoreremo. L’obiettivo è arrivare a sentirle infine dire: “oggi voglio andare in palestra” e non “oggi devo andare in palestra”. Tutto questo non deve prevedere una laurea in psicologia né tanto meno un lavoro di ‘Wellness Coaching’ (non sempre ci sono i presupposti o la competenza per proporlo e affrontarlo).

 

Dobbiamo capire come riuscire ad essere psicologi sul campo senza mai sentirci tali. Ecco quale potrebbe essere il nostro approccio per gestire questa situazione.

 

  • Approccio indiretto: il contagio emotivo.
  • Approccio diretto: consapevolizzare una nuova collocazione del fitness.

 

IL CONTAGIO EMOTIVO
La prima sfida che vi propongo potrebbe essere proprio quella di riuscire ad emozionarvi e ad emozionare. Emozionarsi in prima persona e trasmettere quello che sentiamo può rappresentare il  primo passo. Non solo Trainer ma anche Motivatori per realizzare quella resilienza, cioè la capacità di persistere e far durare la motivazione nel tempo, che sarà garanzia di continuità. Ma attenzione, le persone non sono influenzate dalle simulazioni.

 

Dobbiamo essere veri per risultare persuasivi e convincenti. Da dove incominciare? Provate a resettare i vostri programmi. Ripercorrete la strada fatta fino ad oggi, i primi passi in palestra, nel fitness, la vostra prima sessione di pesi o la prima lezione di Yoga, i sogni che vi hanno spinto ad intraprendere questa professione, le emozioni che avete vissuto applicando quanto studiato ai vostri allenamenti e agli allenamenti dei vostri primi clienti, l’entusiasmo nel pronunciare: sono il tuo Personal Trainer. L’umiltà, la passione, la determinazione, il sudore, i successi, le delusioni che vi hanno fatto crescere, le strette di mano, i sorrisi , le confidenze ricevute, i complimenti fatti. Il segreto lo trovate in queste poche prole, lo trovate nella vostra,storia. Raccontatela a voi stessi prima di un appuntamento, Ricordatevi quanto di bello ed emozionante ci sia nel vostro lavoro. Tenete questa emozione nel vostro cuore quando raggiungete il vostro cliente con un sorriso. Siete speciali. E il vostro cliente, per questo, si sentirà speciale!

 

Vi racconto la mia storia, che è la storia che inconsciamente vivo con i miei allievi. Non sono stato un atleta d’élite, e proprio per questo la mia storia può essere un esempio, anzi vuole esserlo, per meglio comprendere cosa si intende per contagio emotivo.

 

Vivo da anni nel modo del fitness, ho incominciato ad allenarmi in palestra nel 1986, sono diventato istruttore Libertas CONI nel 1990 e Personal Trainer ISSA Italia nel 2001 (CFT 2 nel 2002). Dopo quasi 30 anni in sala pesi devi riuscire a vedere in un bilanciere qualcosa di magico se in pausa pranzo fai 12 serie di squat e torni in ufficio con il sorriso. Dopo quasi 40 anni da runner (esclusivamente per passione, infatti ho corso una sola maratona nel 2009 per festeggiare i miei 45 anni), puoi destare una certa curiosità quando ti vedono correre lungo viali di tigli in fiore a giugno sorridendo per un’emozione difficile da controllare legata a lontani ricordi. Quando il tuo cuore batte come un tamburo nel petto, sotto sforzo durante una salita in bici o per pura batte come un tamburo nel petto, sotto sforzo durante una salita in bici o per pura emozione quando fai Yoga o Taijiquan a piedi scalzi su un prato, se in questi momenti ti senti un Nativo Americano, guerriero e con un imprescindibile contatto con la natura che trasmette armonia ed equilibrio in tutto quello che fai allora, quando sarai supino su una panca piana sotto ad un bilanciere, i tuoi occhi non vedranno luci al neon in una plafoniera ma stelle nel cielo. Guardare la rastrelliera dei manubri e tuffarsi nei ricordi è il modo più bello per dedicarci al nostro lavoro. Tutto questo per me è la sintesi del fitness, l’essenza del benessere. Quando la mia giornata lavorativa finisce (sono anche un impiegato!) corro in palestra e mi basta varcare quella porta che, come per incanto, il costume da Pierrot scivola ai miei piedi, quella piccola lacrima che potrebbe rappresentare le nostre preoccupazioni e lo stress del quotidiano scivola delicatamente sotto la maglietta fino all’altezza del cuore. Lo risveglia. Sulle labbra compare un sorriso e, probabilmente è tutto quello che vedono i miei allievi. Questo è ciò che intendo parlando di contagio emotivo

 

Ho lavorato dal 2001 al 2007 come Personal Trainer presso un circolo tennis di Biella (interruppi la mia collaborazione per un trasferimento sul lavoro). Ero agli inizi e, per usare un termine alquanto diretto, ho fallito il primo obiettivo fissato con alcuni miei clienti (dimagrimento, tonificazione mirata..) ma, stranamente, quegli stessi clienti hanno lavorato con me fino alla fine. Perché? Il meccanismo dell’eterno lunedì insegna che, se ci si focalizza sempre e solo sul conseguimento di un determinato obiettivo, sarà come vivere con un unico desiderio: che arrivi il sabato. Si rischia così di trascorrere un lontano e interminabile lunedì senza riuscire ad assaporare il bello del viaggio. Probabilmente quelle persone sono rimaste contagiate a livello emotivo dal mio atteggiamento, hanno pian piano dimenticato quell’ossessionante traguardo iniziale da raggiungere per apprezzare un benessere generale che si realizzava durante le nostre sedute di personal training. E’ vero, non siamo riusciti ad arrivare al tanto desiderato sabato ma, insieme, ci siamo comunque goduti un piacevole seppur lungo venerdì. E Dio solo sa quanto bello e quanta magia ci sia nel venerdì! Sia chiaro, gli obiettivi sono importanti, dovranno essere assolutamente chiari e raggiungibili, conseguirli rappresenterà il successo nostro e delle persone con le quali lavoriamo, ma possiamo e dobbiamo capire quando e come questi possono cambiare, sempre in funzione delle loro esigenze.

 

La nostra professionalità è frutto della nostra preparazione, dell’esperienza quotidiana dell’aggiornamento ma, se leggendo queste righe siamo riusciti a provare una nuova inconsueta emozione per quello che facciamo, saremo dei Personal Trainer speciali perché, quello che dimostreremo con i fatti e diremo a parole, sarà sottolineato da una luce diversa nei nostri occhi. Prossimamente parleremo di come consapevolizzare una più avvincente e singolare collocazione del fitness.

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