“Eccoci ancora a parlare di relazione tra cliente e Personal Trainer.”
Avrete ormai capito che l’argomento risulta essere, sicuramente, complesso e ampio, a partire dalla comunicazione, alla gestualità, ed altro ancora.
Ma perché è importantissimo creare e curare una buona relazione?
Proviamo ad analizzare il tutto sotto un punto di vista diverso da quello puramente economico e pragmatico.
L’essere umano ha bisogno di interagire con gli altri perché ha necessità di condividere il mondo all’interno del quale vive, e di quel senso di appartenenza che gli dà sicurezza; è indiscutibile che proviamo sensazioni piacevoli quando andiamo d’accordo con le persone, quando siamo capiti e capiamo gli altri, in sostanza, quando si presenta una situazione di interazione attiva e costruttiva.
È chiaro che non è tutto così semplicistico, ma il nostro benessere psicologico è fortemente influenzato dalle relazioni che ci circondano. Soffermiamoci ed osserviamo la natura stessa, prima di nascere passiamo nove mesi nel grembo di nostra madre e subito dopo la nascita è il rapporto stesso con lei, nonché le interazioni con la famiglia, che ci danno o meno certezze, ci plasmano e in qualche modo influenzano il futuro. Un bambino è indifeso e incapace di sopravvivere con i propri mezzi, ciò che manca al lattante viene fornito dalla madre, la quale provvede a tutte le sue necessità e il risultato è una relazione completamente diadica (cioè relativa ad una coppia). Come è possibile quindi non dare enfasi alle interazioni? Non è proprio possibile, è un qualcosa di intrinseco in noi da molto molto tempo.
Vorrei che questo articolo fosse utile per farvi ragionare e stimolarvi all’osservazione e presa in considerazione di nuove prospettive. L’essere umano ha bisogno delle relazioni per vivere. Per entrare in sintonia con le persone, cerchiamo di calarci verso la loro lunghezza d’onda, cerchiamo di capirle e capire le loro peculiarità caratteriali.
Le persone si completano e crescono quando si relazionano, quando si confrontano, quando condividono.
All’interno di un contesto lavorativo si vive tutto più serenamente se si hanno buoni rapporti, ecco la necessità di coltivarli positivamente.
Tutto questo ci dà modo, non solo di lavorare meglio ma anche di stimolare la creatività e generare idee sempre migliori e, perché no, affrontare con migliori risultati, le varie problematiche che quotidianamente insorgono. Le relazioni vanno curate con impegno, serietà e talvolta un pizzico di sacrificio, sacrificio che, se ben gestito darà i suoi frutti.
Nasciamo con una componente genetica di indiscutibile rilevanza nello sviluppo sia fisico che psichico, ma successivamente sono gli stimoli ambientali che plasmano e fortificano il nostro carattere. Le persone sono fatte per interagire, per stare insieme, per confrontarsi, per crescere e, in tutto questo, il libero arbitrio nelle gestione del nostro comportamento la fa da padrone, per fortuna, ovviamente, sempre nel rispetto degli altri e delle regole educative e sociali.
Siamo noi a scegliere come comportarci in funzione delle nostre credenze, convinzioni, modi di fare e pensare.
Creare delle buone relazioni oggettuali, cioè sociali, comunicare con i nostri simili, fa parte della nostra vita, ed un PT dovrebbe avere interesse nell’approfondire la conoscenza dei propri clienti e dare loro quel supporto di cui hanno bisogno. Troppo spesso si domanda alle macchine il lavoro umano, troppo spesso con l’ausilio tecnologico si trascura il rapporto interpersonale.
Non siamo al servizio delle macchine, ma siamo esseri umani con sentimenti, bisogni, necessità, richieste spesso di aiuto e, per essere bravi a trasmettere il nostro messaggio ed a farlo con successo, il nostro dovere è curare le persone e in questo la vicinanza e la conoscenza, con tutte le loro implicazioni,
la fanno da padrone.
Siamo troppo meravigliosamente complessi perché l’enigmatico mondo dell’essere possa essere soddisfatto premendo un tasto. Di sicuro, un cliente che ricerca la professionalità di un PT si sentirebbe certamente poco considerato se lasciato in balia di una macchina che si attiva manualmente e ci informa visivamente e, tra l’altro erroneamente, sulle calorie bruciate ad esempio o sul livello di performance e
altro ancora.
Sicuramente diverso è chiedere e sapere, e commentare di volta in volta, ciò che si sta eseguendo, la ragione per la quale stiamo facendo proprio quella cosa, condividere le sensazioni che si provano, esprimere ciò che si pensa, se vi sono dubbi, se sono necessari chiarimenti ecc.
Per un PT questo aspetto è fondamentale. Purtroppo o per fortuna non siamo eremiti, ma facciamo parte di una rete di relazioni sociali, siamo calati pesantemente all’interno di questa realtà, e ad essa ci dobbiamo rifare e dare il nostro contributo.
Ogni individuo è unico, ed il pensiero e le azioni di ognuno contribuiscono alla dinamica di tali reti.
Niente di personale con tutto ciò che di artificiale possa agevolare il lavoro, anzi, ben venga, ma non perdiamo mai di vista la bellezza e la soddisfazione di una relazione personale e appagante. Il lavoro di oggi, frenetico e temporalmente scansionato nei minimi dettagli va a togliere importanza a quella necessità umana che è lo stare con gli altri, e per “stare” intendo vivere appieno, con interesse.
Mettetevi dalla parte del cliente, egli spesso abbandona perché si sente lui stesso abbandonato o trascurato. La bravura tecnica è basilare, ma ad oggi, a dispetto di ieri, è più facile da trovare, e quello che fa la differenza è lo stare bene umanamente.
Un cliente resta se oltre ad essere soddisfatto dei risultati “sta bene” con il PT e soprattutto si reca “volentieri” in palestra a svolgere quell’ora di impegno fisico che magari ha sempre e solo visto attraverso l’occhio della fatica. Osservatevi, ascoltatevi e pensate a ciò di cui avete bisogno, a ciò a cui aspirate a ciò che vi dà fastidio dei comportamenti altrui, a ciò che invece vi piace, riflettete su questo e vi renderete conto che anche gli altri ricercano più o meno le stesse cose.
L’essere umano cerca situazioni piacevoli e di comfort, ed è qui che torna, è qui che impianta le sue radici.
Debora Ciampolini
Psicologa CFT ISSA