ANSIA, ATTACCHI DI PANICO
S.V. (Padova)
“…SONO IN CURA PER UN DISTURBO DI ANSIA GENERALIZZATA: MI È STATO CONSIGLIATO DI SEGUIRE UN CORSO DI MINDFULNESS…”
La questione da lei posta è di particolare delicatezza perché i disturbi d’ansia possono essere profondamente disabilitanti perché intervengono in modo signifi cativo sulle prestazioni professionali e sulle attività sociorelazionali. Spesso il solo intervento farmacologico gestito dallo psichiatra non è sufficiente per raggiungere il benessere e viene quindi affiancato da un intervento psicoterapico. Tra quelli proposti esiste la mindfulness, che è una pratica che induce a prestare attenzione in modo particolare e “di proposito” alla propria condizione presente, evitando qualsiasi forma di giudizio, con la finalità di portare a una maggiore consapevolezza dei propri stati emotivi.
Non entrando nel dettaglio della tecnica, il consiglio più semplice è quello che deve essere effettuata da operatori esperti: la letteratura dimostra interessanti evidenze scientifi che che sottolineano come la pratica costante migliori il benessere e possa essere utilmente applicata a diversi disturbi psichici. Spesso la mindfulness viene confusa con gli interventi di psicoterapia cognitivo-comportamentale: ecco perché è necessario essere seguiti da una équipe medica molto esperta. Nell’eventuale cambiamento di stile di vita l’attività fisica ha una sua evidenza e si è visto che contribuisce, assieme ad una corretta alimentazione, a migliorare i risultati clinici, specie nelle forme depressive.
CATARATTA E ATTIVITA’ FISICA
G.D. (Perugia)
“QUANDO BISOGNA OPERARSI DI CATARATTA?”
Nella maggior parte dei casi la cataratta è il risultato del normale processo di invecchiamento che comporta l’indurimento e la opacizzazione del cristallino. In generale inizia a comparire dalla sesta decade di vita in poi e le attuali tecniche di intervento hanno trasformato lo stesso in una “semplice” attività ambulatoriale. Operarsi con troppa precocità non va bene, pena il rischio di maggiori complicanze, a partire ad esempio dal distacco di retina.
Allo stesso modo, rimandando troppo l’intervento, oltre alla diminuzione del visus ci possono essere delle difficoltà operatorie legate alla maggiore resistenza del cristallino. La tecnica standard utilizza la facoemulsificazione del cristallino, seguita poi dall’intervento combinato con il laser a femtosecondi e l’inserimento di una lente artificiale. La procedura ormai è standardizzata e si svolge in un tempo medio di circa 15-20 minuti. Dopo due settimane dalla sospensione dei colliri e dalcontrollo oculistico si può riprendere l’attività fisica senza particolari limitazioni, a meno che le stesse non vengano ben indicate dallo specialista che ha eseguito l’intervento.
MENOPAUSA E ALTERAZIONE DEL SONNO
N.U. (Lecce)
“DA QUANDO SONO IN MENOPAUSA DORMO MALE E IMPIEGO UN PAIO D’ORA AD ADDORMENTARMI…”
Spesso la menopausa può aggravare o scatenare il disturbo dell’inizio o del mantenimento del sonno. Nel suo caso sarebbe importante capire se questa insonnia è favorita da un disturbo del sonno come le apnee notturne, spesso associate al sovrappeso, che possono indurre un sonno superficiale e frammentato.
Il fatto che lei frequenti una palestra e sia seguita da un personal trainer che ha rilevato un corretto BMI esclude questa possibilità e fa pensare ad un difetto d’ansia che gioca probabilmente un ruolo rilevante dato che può essere aumentato in menopausa. Il consiglio più semplice è quello di mantenere una certa costanza nei tempi di vita giornalieri, evitando di coricarsi con elevate differenze di tempo da una giornata all’altra.
In ogni caso, se il disturbo dovesse aumentare, esistono dei centri specializzati riguardanti le patologie del sonno, che potrebbero prendere in carico globale il disturbo da lei accusato.
Silvano Busin, Direttore Scientifico ISSA Europe già Direttore Riabilitazione Specialistica, Ospedale Sacco