Il Medico Risponde.

ESERCIZIO FISICO E PRESSIONE ARTERIOSA  G.B. (Torino)
“…IL MIO MEDICO CURANTE MI HA CONSIGLIATO DI UNIRE ALLA TERAPIA FARMACOLOGICA PER L’IPERTENSIONE ANCHE L’ATTIVITA’ FISICA”

 

Il movimento rappresenta un vero e proprio farmaco per il paziente iperteso e per questo motivo potrebbe essere effettuato anche tutti i giorni della settimana. C’è un vero esercito di ricerche scientifiche che descrivono come l’esercizio fisico sia in grado di modificare e ridurre la rigidità dei vasi sanguigni arteriosi facilitando quindi la circolazione, migliorando le resistenze periferiche e diminuendo la secrezione di alcuni ormoni che alzano la pressione. Gli studi epidemiologici consigliano esercizi di tipo aerobico che determinano una riduzione di 5-10 mmHg sia per la sistolica che per la diastolica.

 

Tutto ciò evidentemente si riflette sul trattamento farmacologico che in molti casi può essere modificato. Gli esercizi per la forza sono stati rivalutati e i “pesi” sono stati inseriti nei programmi di allenamento, dopo opportuna valutazione da parte del medico.
È stato inoltre suggerito che l’attività fisica giornaliera può essere spezzata in diverse parti: la somma dei tempi dedicati alla stessa è compatibile con una seduta completa destinata all’allenamento.

 

È consigliabile una stretta collaborazione tra il suo medico curante e l’istruttore che le ha preparato la scheda: l’unione delle conoscenze di due professionisti non potrà che portarle beneficio in tutti i sensi.

 


 

DOLORE DOPO INTERVENTO DI STENOSI LOMBARE E.V. (Genova)
“…DOPO L’OPERAZIONE PER STENOSI LOMBARE MI E’ COMPARSA UNA FASTIDIOSA RIGIDITA’..”

 

La prima considerazione da fare è che l’intervento è riuscito molto bene, specialmente perché effettuato in un centro ad altissima specializzazione, e questo è un primo traguardo raggiunto da non sottovalutare: la stenosi del canale lombare è una vera maledizione che, se non trattata, può portare a severi effetti collaterali. Tuttavia ci sono dei reliquati abbastanza comuni, tra i quali il più frequente è una certa qual rigidità su cui si può intervenire con un programma di attività finalizzato al recupero funzionale della parte.

 

Non deve dimenticare infatti che quella zona del suo corpo ha avuto per un lungo tempo problemi importanti e specialmente una ridotta mobilità del tratto stesso. Tutto ciò le ha comportato l’insorgenza di dolori e specialmente una postura di tipo antalgico non conforme a quella specifica naturale. Il protrarsi nel tempo della patologia e della situazione posturale ha condizionato quindi un atteggiamento che per lei era il massimo comfort ma che in realtà alterava i naturali equilibri tra le curve fisiologiche del rachide.

 

In questo caso bisogna agire sulla funzionalità muscolo-articolare con esercizi che modifichino sostanzialmente le contratture muscolari residuali e che facciano riprendere, nei limiti del possibile, i movimenti articolari perduti. Anche in questo caso una corretta collaborazione tra il chirurgo che l’ha operata e il personal che la deve seguire non potrà portare che a benefici risultati.

 


 

CONTINUA PERDITA DI PESO F.N. (Firenze)
“SONO DIABETICA, SVOLGO REGOLARE ATTIVITA’ FISICA, IL TSH E’ RIENTRATO NELLA NORMA PERO’ CONTINUO A PERDERE PESO..”

 

Le cause del calo di peso possono essere differenti. Innanzitutto una dieta troppo restrittiva verso i carboidrati complessi, che andrebbero riequilibrati per evitare un dimagramento eccessivo e un controllo anche degli altri macronutrienti per ottenere un’alimentazione non sbilanciata. Oppure un effetto legato alla metformina che, seppur assunta a dosaggio poco elevato, può indurre un calo ponderale.

Non si riesce a capire se vi sia stato un ipertiroidismo che, visto il rientro nella normalità dei valori del TSH, dovrebbe essere compensato. Queste sono alcune possibilità che sembrano emergere da quanto scritto. Certamente non l’attività fisica, che mi sembra condotta con grande attenzione e con i giusti tempi di recupero. Il consiglio più semplice che mi sento di darle è quello di rivolgersi al proprio medico curante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

a cura di Silvano Busin –  Direttore Scientifico Issa Europe già Direttore Riabilitazione Specialistica, Ospedale Sacco, Milano |

Docente Corso Laurea in Fisioterapia, Università degli Studi, Milano

 

 

 

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