Il sonno: condizione necessaria per il miglioramento dell’efficienza fisica e della longevità

Il 63% degli italiani con insonnia, ansia e depressione; una grande onda di stress post-traumatico, interesserà molti italiani, e che potrà rappresentare il vero conto salato della crisi in corso che si protrae da due anni, o forse di più in modo endemico rispetto al recupero e al riposo che si dovrebbe avere ogni notte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha presentato il progetto “Worldwide Project on Sleep and Health”, un lavoro mondiale che indica i livelli di attività fi sica raccomandati per la salute nelle fasce d’età 5-17 anni, 18-64 anni e over65 con connessione diretta al sonno.

Se oltre a parlare di fitness e di recupero, parliamo del mondo sportivo e di quelli che oggi vengono denominati e gestiti come la somma dei miglioramenti marginali “marginal gains”, è stato verificato che l’aumento dei disturbi del sonno, l’aumento della fatica e stanchezza, oltre ad alterazioni del sistema nervoso autonomo sono presenti nell’82% degli atleti prima delle competizioni e sembrano essere assimilati ad uno stato di overreacching nel breve periodo. È un fatto che lo spostamento dell’orario naturale di addormentamento a tarda notte ha desincronizzato i ritmi circadiani, compromettendo lo stato fisiologico e psicologico. Il sonno rilevato è inferiore al limite fi siologico richiesto e superiore ai livelli di allerta di parziale privazione. Risultati simili sono stati riportati in uno studio che prevedeva una parziale privazione del sonno per quattro giorni per 2,5h con effetti sulla HRV (variabilità cardiaca), SQ (qualità) e TMD (disturbi dell’umore): in sintesi, alterazione dell’umore, incremento della depressione, tensione, confusione, fatica, rabbia e diminuzione della concentrazione. La scienza ha dimostrato che, dopo circa 17-19 ore da svegli, le prestazioni individuali sono equivalenti a quelle di una persona con un livello di alcol nel sangue di 0,5 g/litro, limite legale del tasso alcolemico in Italia. È ormai scientificamente provato che si rischiano tanti problemi a trascurare il sonno; in particolare, ne risente il sistema immunitario che regola la produzione di proteine ad attività antimicrobica (AMP), che allo stesso tempo inducono il sonno e combattono i batteri modulando la risposta immunitaria e rappresentando la difesa dell’organismo nei confronti delle malattie.

Si tratta di proteine che inducono un sonno ristoratore e che si attivano durante le infezioni per contrastare l’azione dei batteri aiutando l’organismo a superare il momento di difficoltà, oltre a favorire la ricostruzione dei globuli bianchi indispensabili all’organismo per combattere le infezioni. Se una persona dorme poco o male, con frequenti risvegli notturni, la quantità di citochine prodotta diminuisce significativamente, facendo aumentare il rischio di ammalarsi. Oggi sappiamo con certezza che chi dorme poco o male si ammala più facilmente. Il sonno risulta essere la migliore medicina, un elisir di lunga vita che mette in moto il sistema immunitario e consente una risposta più efficace. E’ ormai chiara la rilevanza di un sonno di qualità e della giusta quantità in termini di prevenzione perché o si cura la propria salute o si curano le proprie malattie, ma ciò che deve essere rilevato è che la quantità e qualità di sonno è un valore unico per “esseri” unici, non un valore univoco.

Condividi l'articolo

Ultimi articoli