Sin da epoche remote, con caratteristiche di sacro, educativo, confronto agonistico o per la formazione militare, l’allenamento fisico ha caratterizzato il modellamento motorio e caratteriale dell’essere umano civilizzato, forgiandolo nel corpo e nella mente.
La ricerca del miglioramento della performance fisica era ben diversa, per necessità, da quella dell’uomo moderno; tuttavia i principi di quelle pratiche, da un punto di vista biologico, ancora sono concordi con molti aspetti della formazione fisico motoria attuale.
La piena efficienza atletica la si evince dal completo bilanciamento delle varie capacità motorie (condizionali e coordinative) quando tutte convergono nella direzione della massima resa e del minimo sforzo, determinando quella che definiamo come “efficienza motoria”.
Allo stato attuale, la grande selettività delle prestazioni specifiche di ogni sport, spesso porta ad una sovra specializzazione di una capacità fisica a discapito di altre.
Il più delle volte in questo scenario si tendono a trascurare delle componenti motorie di base che dovrebbero, invece, porre i pilastri fondamentali sui quali costruire l’edificio solido di una performance sportiva.
Una prestazione fisica richiede come perno portante delle prerogative di base che ritroviamo sui fondamentali del Functional Training. Ci riferiamo alle sviluppo delle capacità neuro-sensoriali e motorie attraverso le quali un individuo può relazionarsi con l’ambiente, nella vita del quotidiano, oppure adempiere ad una performance in uno sport specifico.
Nel personal fitness training, il più delle volte, il professionista tende a concentrarsi solo ed esclusivamente su alcune richieste esplicite del cliente. Ciò vuol dire, ad esempio, focalizzare l’attenzione sulla componente metabolica, nel ridurre il grasso o aumentare la massa magra, a volte trascurando quella posturale-funzionale del movimento.
Tuttavia, la completezza di un programma fitness dovrebbe considerare, valutare e migliorare, tutte quelle che sono le capacità motorie di base di un individuo che ha deciso di approcciarsi all’allenamento fisico, a prescindere dalle sue esplicite richieste. Questo perché, l’accanimento selettivo di alcune qualità, inevitabilmente, porta ad un deterioramento di altre capacità di base. Infatti è proprio il loro equilibrio che determina l’efficienza motoria, a prescindere che si tratti della casalinga che si allena due volte a settimana o dell’atleta olimpionico di altissimo livello.
Le capacità motorie vengono classificate in condizionali (di tipo organico muscolare) e coordinative (senso motorie).
Se andiamo a categorizzare tali capacità possiamo riassumerle in 10 grandi sezioni. Vediamo come sono organizzate.
Da un punto di vista organico-muscolare raggruppiamo, la forza massima, la resistenza, la velocità, la potenza e la capacità cardiovascolare.
Da un punto di vista senso-motorio avremo, l’equilibrio, l’agilità, la coordinazione e la precisione.
Infine la mobilità rappresenta una capacità che ha caratteristiche ibride tra le due categorie. Bisogna considerare che da un punto di vista neurofisiologico tutto ciò che è movimento esprime una forza.
Con il termine “forza”, infatti, si intende la capacità dell’apparato neuromuscolare di vincere o contrapporsi a un carico esterno con un impegno fisico (Zaciorskij).
Le 10 capacità, in un modo e nell’altro producono una forza.
- La forza massima è la capacità del muscolo di esprimere la massima tensione possibile con una contrazione volontaria.
- La resistenza, o forza resistente, è la capacità di esprimere elevate tensioni per un tempo relativamente lungo.
- La velocità, o forza veloce, è la capacità di esprimere elevate tensioni muscolari nel minor tempo possibile.
- La potenza, è intesa come il prodotto della forza per la velocità di accorciamento del muscolo: Forza x Velocità.
- La capacità cardiovascolare, è considerata come la competenza dell’organismo nel mantenere un ritmo protratto per un determinato periodo di tempo.
- L’equilibrio è definito come la capacità del corpo di mantenere il centro di gravità nella base di supporto, sia in statica che in dinamica.
- L’agilità è la capacità di muoversi, cambiare direzione e posizione del corpo in modo rapido ed efficace sotto controllo.
- La coordinazione è la capacità di accorpare, organizzare e controllare i vari movimenti del corpo nei giusti tempi.
- La precisione può essere definita come la capacità di convergere l’azione motoria in una traiettoria
ben definita. - La mobilità, infine, è capacità di eseguire, nel rispetto dei limiti fisiologicamente imposti dalle articolazioni (ROM, Range of Motion), dai muscoli e dalle strutture tendinee, tutti i movimenti con la massima ampiezza e naturalezza possibile.
Riuscire ad eccellere in tutte queste qualità neuro-motorie è pura utopia.
Esistono sicuramente atleti che riescono a sfruttare al meglio sia le capacità condizionali che coordinative; ad ogni modo una prestazione specifica di èlite inevitabilmente tenderà a elevare al massimo una qualità ben definita a discapito di altre.
Tuttavia, la proposta di un personal training che abbia connotazioni globali di ottimizzazione delle 10 capacità atletiche, potrebbe mirare ad un equilibrio funzionale indirizzato a quella che abbiamo definito come efficienza motoria.
L’allenamento è un’arte che si basa sulla scienza … ed un allenamento senza valutazione è un itinerario senza meta (C.Bosco).
Riportando questo nobile e indiscutibile concetto del professor Carmelo Bosco, comprendiamo l’importanza di valutare un soggetto nelle sue capacità e stabilire quali sono quelle qualità da migliorare e bilanciare con le altre.
Individuato l’anello debole, il trainer può mettere in atto le strategie più idonee che mirino all’incremento di quella capacità, al fine di portarla ad un livello più equo con le restanti.
L’equilibrio di tutte le 10 capacità atletiche può predisporre ad una vita sportiva non solo efficace ma soprattutto efficiente dove un atleta di livello, o amatoriale, può rendere al meglio nella sua performance salvaguardando allo stesso tempo l’integrità fisica e la resa sportiva.
Il discorso non ha solo una valenza sportiva per un fine agonistico infatti può tranquillamente essere riportato in chiave fitness come uno strumento potente per il conseguimento degli obiettivi del cliente ottimizzando le sue risorse fisico-motorie.
Questo è quello che si prefigge un buon functional training volto al miglioramento della qualità della vita di un soggetto.
Magari lo stesso che indirizzatosi in palestra per una mera esigenza estetica, o per un difetto funzionale, posturale o metabolico, potrebbe ritrovarsi ad ottimizzare delle capacità che non sapeva di avere e che potrebbero migliorarlo su tanti livelli.
Bilanciare queste qualità condizionali e coordinative potrebbe fare una grande differenza nel raggiungimento qualitativo degli obiettivi con la massima resa, il minimo sforzo ed un miglior rapporto rischio benefici.
di Francesco Malatesta PFT-MFS ISSA Europe & Antonio Parolisi PFT-MFS ISSA Europe
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Autore: Antonio Parolisi, Francesco Malatesta
Tags: agilità, allenamento, capacità, capacità atletiche, coordinazione, efficienza motoria, equilibrio, forza, mobilita, personal fitness training, personal training, potenza, precisione, prestazioni fisiche, resistenza, velocità