Durante la gravidanza una donna su quattro non copre il fabbisogno di omega3. La mancanza nella sua alimentazione di pesce non viene soddisfatta e non è utilizzatrice nemmeno di integratori a base di queste sostanze ritenute essenziali.Questi dati sono stati dimostrati da una ricerca dell’istituto Harvard Pilgrim Healt Care di Boston coordinata da Emily Oken. Gli acidi grassi polinsaturi, (PUFA) omega 3 sono nutrienti essenziali perché il nostro corpo, non è in grado di sintetizzarli, di conseguenza devono essere assunti tramite l’alimentazione oppure sotto forma di integratori.
In particolare gli omega 3 e l’acido docosaesaenoico contribuiscono al neuro sviluppo del feto e possono migliorare gli outcome della gravidanza incluso il rischio di nascite pretermine. La principale fonte di omega 3 a catena lunga sono il pesce e i prodotti ittici, infatti le attuali linee guida raccomandano di consumare 2-3 portate alla settimana di questi alimenti. Una ricerca che ha coinvolto 23.446 donne in gravidanza, nel programma Child Healt Outcome (ECHO)m10.800 hanno confermato che consumavano pesce e 12 646 assumevano integratori. Solo il 13% delle intervistate mangiava pesce più di due volte alla settimana, e il 22% lo mangiava una o due volte settimana. Il 40% lo mangiava meno di una volta alla settimana e il 26% non mangiava mai pesce se non raramente ovvero meno di una volta al mese.
Bibliografia: Istituto Harvard Pilgrim Healt Care di Boston coordinata da Emily Oken