Le News di Fitness Instructor: prevenire è meglio che combattere

Una affermazione lapalissiana!

Il sovrappeso o peggio, l’obesità si raggiungono grammo dopo grammo kilo dopo kilo anno dopo anno. Possibile che un numero così grande di persone (sei milioni, in aumento) che sono in quello stato, non siano mai state viste o visitate da un medico? Possibile che nessuno abbia informato i potenziali obesi? Possibile che nessuno abbia prescritto una linea guida per “prevenire“ una situazione così pericolosa? E ancora più inquietante, possibile che nessuno abbia verificato che le indicazioni fossero seguite? Sembra proprio di no! E poi ci lamentiamo che il SSN non è sufficientemente sovvenzionato! Ma quanto ci costa tutto ciò?

 

Obesità è malattia sociale, sei milioni colpiti in Italia

In Italia il 10% della popolazione, vale a dire 6 milioni di persone, soffre di obesità. Di queste il 10% (600.000) ha un’indicazione al trattamento chirurgico secondo le più recenti linee guida italiane ed internazionali, ma nel nostro Paese annualmente si eseguono non più di 20-30.000 interventi di chirurgia bariatrica; questo fa capire quanta differenza ci sia tra la potenziale domanda e l’offerta”.

Lo afferma Mario Musella, presidente del congresso della Società italiana di chirurgia dell’obesità, conclusosi a Napoli. “L’obesità ha tra le sue complicanze in prima battuta le problematiche cardiovascolari – aggiunge Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società italiana di Cardiologia -. Quindi purtroppo non solo lo scompenso cardiaco, ma anche il rischio di ictus e infarto. Oggi sappiamo con certezza che curare l’obesità con le nuove terapie farmacologiche e con la chirurgia bariatrica significa ridurre le complicanze al cuore e anche quelle oncologiche”.

Secondo Maria Triassi, presidente della Scuola di medicina e chirurgia dell’Università Federico II di Napoli, “ormai l’obesità è una malattia sociale ed è una delle emergenze cronico degenerative del nostro tempo: è quindi importantissimo che una Scuola di medicina se ne occupi”.

Luigi Angrisani, presidente del congresso, ha sottolineato i numeri record dell’assise, con oltre tremila iscritti, provenienti da 153 paesi, che hanno dato vita alla “prima vera discussione sulle nuove linee guida per la chirurgia bariatrica. Inoltre – prosegue – vi è stato un grande confronto sulle procedure e tecniche chirurgiche più recenti e sui vantaggi della chirurgia robotica, oggi sottoutilizzata nella chirurgia bariatrica, ma che in futuro potrebbe rivoluzionare il lavoro del chirurgo in sala operatoria e il recupero dei pazienti. Tutto questo all’insegna della multidisciplinarietà: oltre ai chirurghi, all’evento hanno partecipato anestesisti, internisti, gastroenterologi, endoscopisti, psichiatri, psicologi, nutrizionisti, cardiologi, pneumologi, endocrinologi e diabetologi.

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