L’obesità è una malattia multifattoriale che si manifesta con l’accumulo di massa grassa sottocutanea e/o viscerale che porta a una condizione patologica, causando disfunzioni negli organi. L’accumulo di massa grassa è spesso associato all’aumento di peso. Può, però, verificarsi anche in individui con un indice di massa corporea IMC (o body mass index, BMI) normale. Con una frequenza limitata, è associata a osteopenia e sarcopenia. Si tratta di un problema molto diffuso e il Ministero della Salute è intervenuto in proposito con le Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità dove si individuano le vere cause.
Un fenomeno in aumento a causa di più fattori
L’aumento del fenomeno registrato negli ultimi 40 anni indica che le cause non sono da ricercare unicamente a livello individuale o genetico, aspetti che sono infatti rimasti invariati nel tempo.
Sono entrati in gioco, sempre più pesantemente con il passare del tempo, fattori di ordine sociale ed economico. Responsabile dell’eccedenza ponderale è lo squilibrio tra apporto e spesa di energia, derivante da un’alimentazione troppo ricca di cibi densi di calorie e poveri di nutrienti, insieme ad una crescente sedentarietà.
Nel determinare lo squilibrio, entrano in gioco e svolgono un ruolo determinante anche i fattori socio-ambientali. Le preferenze innate per cibi ricchi in zucchero, sale e grassi rendono gli individui e la popolazione vulnerabili di fronte al marketing e alla offerta capillare di cibi ipercalorici a basso costo.
Dieta e attività fisica dipendono strettamente dalle condizioni e dai ritmi di vita e lavorativi che spesso impongono scelte alimentari inadeguate, acquisto di prodotti pronti, consumo di pasti fuori casa, acquisti da distributori automatici (vending machines). Su tutto questo incide una ridotta disponibilità di tempo, sia per l’acquisto di alimenti da preparare a casa, sia di tempo per prepararli, sia per svolgere attività fisica.
Anche l’ambiente tra le vere cause dell’obesità
Si determina una vulnerabilità biologica, psicologica e sociale che espone al rischio tutta la popolazione, ma particolarmente i bambini, gli adolescenti e i gruppi sociali emarginati e che in Italia segue un evidente gradiente nord-sud.
L’eccesso ponderale è quindi il risultato della combinazione tra una vulnerabilità individuale e un particolare ambiente “obesogenico”, con aumento di esposizione a cibi ipercalorici, consumo di quantità maggiori, nonché minore attitudine e ridotta possibilità di praticare attività fisica, dovute in larga misura alla crescente motorizzazione del movimento quotidiano.
La tecnologia, la globalizzazione e l’urbanizzazione stanno trasformando il modo in cui le persone vivono e lavorano, rendendo sempre più sedentari i nostri ambienti di vita quotidiana e di lavoro.
Altri fattori che hanno un impatto sui livelli di attività fisica sono la qualità delle zone di residenza e il carattere sedentario di molte forme di intrattenimento (come, per esempio, le attività con uso di schermi.
A ciò si aggiunga l’utilizzo di supporti meccanici come ascensori e scale mobili.
Determinati gruppi sociali sono particolarmente vulnerabili agli ambienti obesogenici. I soggetti di basso livello socioeconomico si trovano ad affrontare limiti strutturali, sociali, organizzativi, finanziari e di altro genere per poter adottare scelte di vita sane.
I costi e la disponibilità degli alimenti influenzano significativamente le scelte alimentari.