Lubrificate il cervello con l’olio di pesce

Sono furioso! Ho ricevuto la lettera di uno stupido che si firma dottore e che mi accusa in merito alle raccomandazioni che ho fatto a proposito dell’utilizzo dei grassi, specificatamente gli omega-3, che sono olio di pesce o olio di lino, definendoli essenziali per tutti, soprattutto per gli atleti.

 

“Non sa che” – mi scrive – “gli omega-3 favoriscono la crescita del cancro, aumentano la formazione dei radicali liberi e inoltre peggiorano il controllo metabolico del diabete? Come può essere così irresponsabile da raccomandarti?”

 

E mi cita, come supporto alla sua teoria, alcuni studi recenti pubblicati dagli Annals of Internal Medicine, Diabetes e I ‘American Journal of Clinical Nutrition. Per la salute degli sfortunati che si recheranno da questo Dott. Morte (che non è ovviamente il suo vero nome) e per tutti gli atleti che possono venire influenzati dalle storie horror dei mass media, basate su questi studi, voglio dimostrare come questi ultimi siano gravemente sbagliati.

 

Infatti questa lettera mi ha fatto così arrabbiare che racconterò la vera storia. Bisogna sapere come l’ignoranza e la perfidia dei burocrati americani responsabili della salute abbiano ristretto la distribuzione al pubblico degli omega-3, che di fatto sono responsabili della diminuzione dell’incidenza del diabete negli adulti, del morbo di Alzheimer e di altre malattie degenerative del sistema nervoso.

 

“OLIO DI PESCE VIETATO!”
No, non è un titolo che indica l`ultima azione FDA contro la supplementazione nutritiva, è una storia che parte dal lontano 1938. L’olio di pesce è stato vietato dal “Food, Drug and Cosmetíc Act “ del 1938. Prima di allora era usato ampiamente nel commercio e come supplemento nutritivo, perché contiene della vitamina A e D. Ma a quel tempo gli acidi grassi omega-3 nell’olio di pesce erano noti solo ad alcuni scienziati.

 

E’ stato quindi vietato il più potente attivatore biologico dei grassi. Ricordo di avere scritto spesso che il buon cibo può diventare cattivo. Il pesce si deteriora in men che non si dica a causa dell’ossidazione dei suoi omega-3. Cinquant’anni fa non si sapeva molto bene come evitare questo deterioramento. Quindi l’Act permise solamente di dare olio di pesce ai polli o di idrogenarlo per farne margarina. Ovviamente l’idrogenazione satura gli omega-3 rendendoli biologicamente inattivi e quindi inutili per le funzioni biologiche di grassi essenziali. Bisogna rammentare che tutto ciò che biologicamente attivo e commestibile è mutevole. Ecco perché può interagire così bene con i tessuti umani per mantenere, riparare e stimolare la crescita.

 

Questa variabilità fa si che anche un buon cibo diventi cattivo. I nutrienti biologici attivi reagiscono con tutto. Il grasso essenziale reagisce con la luce, l’ossigeno e il calore così velocemente che se si prendono i semi di girasole, si spremono semplicemente e si imbottiglia l’olio, questo diventerà cattivo prima di arrivare al negozio.

Per ottenere un invecchiamento necessario agli oli prodotti industrialmente, che può essere di un anno prima della vendita, si deve estrarre la morchia; bisogna rimuovere o neutralizzare tutti i grassi essenziali. Il risultato e l’assenza di calorie, e gli oli inadatti per il consumo. Eppure in America sono venduti liberamente e spacciati come vantaggiosi per la salute.

 

Ora si capisce la situazione? Questa triste melodia è continuata per più di cinquant’anni nonostante sia stata eretta una pila altissima di ricerche sui benefici degli omega-3. Ancora oggi, dopo più di 1.000 studi positivi, la FDA rifiuta di cambiare opinione. Questa “illuminata” organizzazione vieta specificatamente ogni tipo di supplementazione con olio di pesce. L’unico permesso e di venderlo in capsule e tutto ciò perché vi è la tradizione e la continuità di usarlo come veicolo di vitamina A.

 

L’Act del 1938 fa si che l’olio di pesce e il pesce economico, come il merluzzo e le sardine, abbiano una cattiva reputazione. Al contrario del1’Europa, che riconosce il valore del pesce azzurro, gli americani mangiano solo pesce magro che contiene gli omega-3 in quantità minima. Gli stessi “illuminati” burocrati aprono le braccia volentieri agli oli vegetali prodotti in massa – cosi lavorati che la bottiglia di olio che uso per lubrificare gli sci ogni inverno rimane inalterata per anni senza rovinarsi. Nessun organismo – nemmeno le forme primitive – può vivere in essi.

 

Spinti da una pubblicità enorme, questi oli sono utilizzati assiduamente dalla maggior parte degli americani con l`illusione che facciano bene alla salute. Come questi oli lavorati possano “fare bene” va al di là delle conoscenze di qualunque esperto in biochimica, perché i due grassi essenziali, nella forma cis usati dal corpo umano, sono ampiamente distrutti.

Un mio precedente articolo, pubblicato su Muscular Development, mostra come avviene esattamente questa distruzione. Circa dieci anni fa l’Europa interruppe questa stupidaggine e i grassi essenziali cis sono stati reintrodotti in molti cibi europei. Ma in America gli alti costi di conversione degli impianti industriali di olio commestibile e le lobby hanno persuaso gruppi di politici ignoranti che i grassi essenziali sono poco importanti.

 

Dopo tutto, le lobby vendono grassi. Finché ciò verrà considerato pulito e sicuro, non interessa loro che le molecole essenziali siano state distrutte. Non interessa che la sostituzione di oli vegetali lavorati con altri grassi tradizionali abbia prodotto deficit diffusi di acido grasso essenziale nella popolazione americana.

Non interessa che tali deficit siano le cause maggiori di cancro, di disfunzioni immunologiche, di impotenza maschile, di insorgenza di diabete nell’adulto, di ritardi mentali e di malattie degenerative.

 

COME FUNZIONA L’OLIO DI PESCE

Prima di entrare nel merito, ci vuole un po’ di chimica. I lettori attenti noteranno che ho parlato di due prodotti; uno è l’omega-3, l’altro sono gli acidi grassi e gli acidi grassi essenziali. No, non li sto confondendo. Coloro che hanno fatto biochimica sanno che i due grassi essenziali non sintetizzabili dal corpo umano sono: l’acido alfa-linoleico (cis 18:3 omega-3) e l’acido linoleico (cis 18:2 omega-6).

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tabella

Il primo dato della descrizione chimica e il numero dell`atomo di carbonio nella molecola dell’acido grasso, in posizione 18. Il secondo dato è il numero dei doppi legami che, nella catena carboniosa, perdono atomi di idrogeno. Questi legami sono la natura essenziale della molecola, che permettono una reazione favorevole con il tessuto umano.

Essi sono distrutti dai procedimenti moderni di trattamento degli oli. Il terzo dato si riferisce al punto sulla catena del carbonio, dove vi e il primo doppio legame. Per l’acido alfa-linoleico (omega-3) è il terzo atomo. Per l’acido linoleico (omega-6) e il sesto. Queste posizioni determinano le interazioni biologiche specifiche che gli acidi grassi portano con sè. I due oli di pesce principali – eicosapentanoico (EPA) e docosaesanoico (DHA)* – sono entrambi omega-3; EPA e cis 20:5 omega-3; DHA è cis 22:6 omega-3. Come si legano questi con l’acido essenziale alfa-linoleico (cis 18:3 omega-3)?

 

Il corpo umano converte l’acido alfa-linoleico in EPA e DHA per utilizzarli in ruoli biologici essenziali. La figura mostra la sequenza. Assumendo l’EPA e il DHA già formati si risparmia un processo intermedio all’organismo. Il cervello umano è ampiamente composto di DHA.

Un’assunzione dietetica scarsa di acido alfa-linoleico è cosa molto dannosa; il cervello non può mantenere la sua struttura, quindi la mente degenera lentamente, ma in modo certo! Se non riesci a seguire questo articolo avverti già da ora i sintomi! Dalla lettera che ha dato origine all’articolo, il Dottor Morte, che ha rifiutato gli omega-3, sembra soffrire di degrado cerebrale.

 

In un prossimo articolo entrerò nel merito supportando l’uso degli omega-3 e mostrerò inoltre perché sono importanti per gli atleti per la crescita muscolare, per bruciare il grasso corporeo come carburante e per le funzioni del cervello, degli occhi, del cuore e dei testicoli.

 

* da non confondere con l’acronimo DHA, depiandrosterone, ormone androgeno, n.d.r.)

 

Reprinted with the permission of Muscolar Development Fitness & Health magazine, Ronkonkoma, NY, USA

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