Normale Invecchiamento Umano – Declino strutturale e funzionale

Con l’età che avanza, si verifica nella maggior parte dei sistemi fisiologici un deterioramento strutturale e funzionale, anche in assenza di patologie riscontrabili. Tali cambiamenti fisiologici legati all’età colpiscono un ampio spettro di tessuti, sistemi di organi e funzioni che possono, cumulativamente, incidere sulle attività. della vita quotidiana (ADL) e sul mantenimento dell’indipendenza fisica negli anziani.

 

Il declino nella capacità aerobica massimale (VO2 max) e delle prestazioni muscolari scheletriche in età avanzata sono due esempi dell’invecchiamento fisiologico. Le variazioni in ciascuna di queste misure sono importanti determinanti della tolleranza all’esercizio e delle capacità funzionali tra gli anziani.

 

I valori di base tra le donne e gli uomini di mezza età fanno intravedere futuri rischi di disabilità di malattie croniche e di morte. Le riduzioni del VO2max e della forza dovute all’età indicano inoltre che a qualsiasi carico di esercizio submassimale, gli anziani sono spesso ad esercitare una percentuale più alta della propria capacità (e sforzo) massimale rispetto a soggetti più giovani.

 

Il cambiamento della composizione corporea è un altro indice del processo di invecchiamento fisiologico, che ha profondi effetti sulla salute e la funzionalità fisica tra gli anziani.

 

Esempi specifici includono la graduale accumulazione di grasso corporeo e la sua ridistribuzione ai depositi centrali e viscerali durante la mezza età e la perdita di massa muscolare (sarcopenia) durante la mezza età e l’età anziana, con i derivanti rischi metabolici e di malattie cardiovascolari.

 

Un sunto di questi ed altri esempi di invecchiamento fisiologico, la tabella di marcia consueta di tali cambiamenti, ed il potenziale significato funzionale e clinico di tali cambiamenti è contenuto nella Tabella A.

 

 

Gli anziani sono generalmente meno attivi fisicamente degli adulti giovani, come indicano rapporti e interviste, sensori del moto corporeo ed altri approcci più diretti per determinare il consumo calorico quotidiano.

 

Benché il tempo totale trascorso ogni giorno nell’esercizio ed in attività fisiche da alcuni anziani attivi possa avvicinarsi a quello di adulti più giovani normalmente più attivi, i tipi di attività fisiche più popolari tra gli anziani sono coerenti con una più bassa intensità (camminare, giardinaggio, golf, attività aerobiche a basso impatto) paragonate a quelle esercitate da adulti più giovani (corsa, attività aerobiche a più alto impatto).

 

Una suddivisione dettagliata dei dati relativi alla partecipazione in attività fisiche per gruppi di età e tipi di attività va oltre la portata di questa rassegna; tuttavia il Centro Nazionale di Statistiche sulla Salute tiene un database dei dati di monitoraggio più recenti per identificare gli obiettivi di Healthy People 2010 (persone sane nel 2010), inclusi gli anziani.

 

 

Aumento del rischio di malattie croniche

Il rischio relativo di sviluppare malattie croniche potenzialmente fatali quali malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, obesità e alcuni tumori aumenta con l’avanzare dell’età.

 

Gli anziani presentano inoltre la maggiore prevalenza di patologie degenerative muscolo-scheletriche quali osteoporosi, artrite e sarcopenia. L’età viene dunque considerata un fattore primario di rischio per lo sviluppo e la progressione delle principali malattie degenerative croniche.

 

 

Tuttavia, l’attività fisica regolare modifica sostanzialmente tali rischi. Questo è indicato da studi che dimostrano una diminuzione statisticamente significativa del rischio relativo di mortalità cardiovascolare e dovuta ad altre cause tra persone classificate come in ottima forma fisica (e/o altamente attive) rispetto a persone più o meno della stessa età classificate come in forma moderata (e/o normalmente attive) o in pessima forma (e/o sedentarie).

 

Il maggiore incremento di benefici sulla mortalità viene registrato paragonando gli adulti sedentari con quelli al più alto livello di attività fisica. Prove addizionali indicano che anche la forza e la potenza muscolare sono predittori della mortalità cardiovascolare e di tutti i tipi di mortalità, indipendentemente dalla forma vascolare.

 

Dunque, evitare uno stile di vita sedentario impegnandosi almeno in qualche tipo di attività fisica quotidiana è una prudente raccomandazione per ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche e per evitare la mortalità prematura a qualunque età.

 

Benché una suddivisione dettagliata dell’impatto dell’attività fisica sulla riduzione del rischio di sviluppare e morire di malattie croniche vada oltre la portata di questa rassegna, le Linee Guida sull’Attività Fisica recentemente pubblicate nel Rapporto della Commissione di Consulenza del Ministero della Salute e dei Servizi Umani (DHHS) danno un quadro complessivo delle prove che uniscono l’attività fisica al rischio di sviluppare alcune patologie fatali.

 

Il rapporto contiene informazioni per la popolazione in generale e per gli anziani in particolare.

 

 

 

Articolo tratto da American College of Sport Medicine – ACSM

 

 

 

 

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