Il Diabete non è solamente una malattia frequente, ma è anche, dal punto di vista delle complicanze, assolutamente temibile. Secondo i dati ISTAT, in Italia, si stimano oltre 3 milioni di persone affette da Diabete, il 90% dei quali composto da diabetici di tipo 2 (non immuno-mediato o dell’adulto).
L’insorgenza del diabete di tipo 2, come per altre patologie croniche, è correlata alla presenza, oltre che di fattori ereditari, di fattori di rischio quali: l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, ma soprattutto l’obesità e la sedentarietà che sono causate da un atteggiamento “virale” che ci induce a comportarci in un certo modo. Come sappiamo contro qualcosa di virale c’è bisogno di un vaccino, e qual è questo vaccino? La conoscenza. Pertanto, il diabete di tipo 2 è in parte prevenibile e trattabile modificando lo stile di vita, nello specifico per quanto concerne la nutrizione dell’attività fisica.
Circa un anno fa ho conosciuto Simone, un uomo di 46 anni, obeso (122 kg per h 1.76) e dall’età di 19 anni diabetico di tipo 2, insulino trattato dal 2003. Un quadro clinico molto preoccupante causa le molteplici complicanze in atto dovute a continue fluttuazioni e picchi iperglicemici.
La maggior parte delle complicanze del diabete è il risultato di problemi dei vasi sanguigni. I livelli di glucosio che restano alti per lungo periodo di tempo causano restringimento dei vasi di piccolo e grande calibro. Il restringimento riduce l’afflusso di sangue a molte parti del corpo con i problemi che ne conseguono, e in questo caso specifico parliamo di complicanze quali: retinopatia diabetica simultanea con distacco di retina (occhio sx 1/10 di visus, occhio dx 7/10 di visus), neuropatia diabetica arti inferiori, piede diabetico, nefropatia diabetica, ipertensione arteriosa. E ancora: disturbo del comportamento alimentare di tipo B.E.D., ipoacusia congenita orecchio dx. osas, sindrome delle apnee ostruttive del sonno, stranguria e disuria, obesità, discopatia lombare.
Basai tutto il mio operato su un principio fondamentale, il principio di “precauzione”, seguendo una condotta cautelativa, non tanto rispetto ai pericoli già identificati (le complicanze), ma ai pericoli potenziali, come ad esempio: rischi cardiovascolari, complicanze a livello oculare, traumi muscolari e/o articolari. Potrei definire il lavoro svolto, come “empirico”. Osservavo, testavo, prendevo appunti e chiedevo feedback.
L’obiettivo principale era quello di abbassare i livelli di glucosio nel sangue, responsabilizzando Simone tramite la stesura di un Diario Alimentare con i relativi risultati glicemici post-prandiali.
Il lavoro svolto ha ruotato attorno a 2 linee guida importanti. In circa 9 mesi di lavoro, Simone è una persona nuova: 90kg, esami clinici nei valori ideali e una riduzione della terapia del 60%.
“Quando si cura una malattia si vince o si perde; ma se si cura una persona si vince sempre” (P. Adams)
a cura di Cristina Cucchiarelli – CFT3 ISSA – Vincitrice IDF Europe Prize in Diabetes 2017
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