“Le persone over 65 con diabete di tipo 2 e che praticano attività sportive sono sempre più numerose, raggiungendo elevati risultati che nulla hanno da invidiare ai loro coetanei non diabetici.”
Lo sport aumenta il senso di benessere e di sicurezza, riduce i livelli di ansia e di depressione ma soprattutto accresce la fiducia in sè stessi.
Molti riescono a sentirsi “ meno malati ” conducendo una vita più simile alla popolazione sana.
Quale tipo: sia l’esercizio fisico aerobico, che quello anaerobico per l’aumento della forza muscolare sono indicati nella terapia del diabete di tipo 2.
L’esercizio aerobico (es. camminare a passo svelto, corsa, bicicletta, sci da fondo, etc.) è abbastanza utile per dimagrire, in particolare a ridurre la massa grassa addominale e a migliorare l’efficienza del sistema cardiovascolare (la VO2max ovvero il trasporto massimo di ossigeno ai muscoli).
L’esercizio anaerobico invece (es. sollevamento pesi) serve ad aumentare la forza e la massa muscolare prevenendo infortuni e cadute, e naturalmente a ridurre la glicemia.
Con che frequenza: da recenti studi è emerso che per avere dei benefici i pazienti con diabete mellito di tipo 2 devono praticare sport due volte alla settimana, distribuite a intervalli regolari e omogenei (ad esempio il lunedì e il giovedì).
Molte Società scientifiche raccomandano tuttavia almeno tre sedute settimanali, dato che vi è una correlazione tra numero di sedute di allenamento e benefici (1).
Per quanto tempo: il volume di esercizio fisico deve essere di circa 150 minuti di esercizio alla settimana (ad esempio 50 minuti per 3 giorni alla settimana) (2).
Esiste un tipo di attività fisica più salutare e dunque più adatta per i pazienti con diabete?: una recente meta-analisi, pubblicata sulla rivista ‘Diabetologia’, conferma l’importanza della quantità (volume) rispetto all’intensità dell’allenamento per migliorare il controllo glicemico. In sintesi, la tipologia di allenamento deve essere mista (esercizio aerobico e anaerobico) e, maggiore è il numero di volte che si pratica esercizio fisico, maggiore sarà la riduzione della glicemia.
Quale abbigliamento: il più appropriato possibile e in particolar modo indossare scarpe adatte, avendo una cura particolare dei piedi che devono essere frequentemente controllati.
L’esercizio fisico, può essere praticato, dopo valutazione medica di idoneità, a tutte le età. Dati non pubblicati del Centro Universitario di Ricerca Interdipartimentale Attività Motoria (C.U.R.I.A.MO.) dimostrano che su un numeroso campione di soggetti con obesità e/o diabete (dai 20 agli 80 anni), la percentuale di miglioramento della forma fisica e della forza muscolare è simile, indipendentemente dall’età.
In pratica, non è mai troppo tardi, perché i sistemi cardiovascolare e muscolo scheletrico, se stimolati correttamente, abbiano dei margini di miglioramento.
Controllare sempre la glicemia quando si svolge attività fisica: durante l’esercizio fisico possono verificarsi episodi di ipoglicemia o iperglicemia. Per evitarne l’insorgere è importante controllare sempre i valori della glicemia prima, durante (se l’allenamento è molto lungo) e dopo l’esercizio fisico.
L’iperglicemia da esercizio è causata dall’insufficienza di insulina nell’organismo. Quando la glicemia sale al di sopra di 250 mg/dl è bene fare un test delle urine per la ricerca dei corpi chetonici.
Se sono presenti, è importante rimandare l’esercizio fisico fino a quando essi non scompariranno. L’ipoglicemia da esercizio fisico invece è causata dall’aumento della sensibilità insulinica subito dopo una corsa ad esempio (soprattutto per chi non è allenato) e può essere prevenuta (a seconda del tipo di sport praticato) con degli snack a base di zuccheri (biscotti o fette biscottate con marmellata) da consumare prima, durante o dopo l’esercizio fisico.
È importante sottolineare che il verificarsi di una ipoglicemia non significa necessariamente abbandonare il campo di gioco, anzi, una volta risolto il problema, si può tornare anche ad allenarsi.
Il ruolo dei probiotici: Un recente studio clinico (3) di un centro diabetico tedesco ha scoperto che l’ingestione quotidiana di probiotici arricchisce la flora intestinale umana e modifica la produzione intestinale di fattori proteici che aumentano la secrezione di insulina. L’assunzione di probiotici potrebbe quindi migliorare la funzione delle cellule beta del pancreas, il che potrebbe essere utile nel trattamento per l’intolleranza al glucosio oppure per il diabete di tipo 2 conclamato.
Quale dietoterapia (4):
• Consumare 5 porzioni al giorno tra ortaggi e frutta.
• Preferire pane e pasta integrale per il maggior contenuto di fibre.
• Consumare almeno tre volte a settimana i legumi (fagioli, lenticchie, ceci, piselli, ecc.).
• Consumare almeno due porzioni di pesce a settimana.
• Preferire carni magre e bianche.
• Non esagerare con l’aggiunta di sale alle pietanze preferendo i cibi freschi a quelli in scatola, eliminando i dadi da brodo e tutti gli snack salati; attenzione però a non eliminarlo del tutto perché gli anziani hanno una minore percezione del gusto e quindi tenderebbero a mangiare di meno andando incontro a squilibri nutrizionali.
• Assumere formaggi e latticini 1/2 volte a settimana.
• Per cucinare o condire le insalate usare l’olio di oliva o di semi evitando i grassi “saturi” come burro, strutto, panna, pancetta, ecc.
• Assicurarsi un’adeguata idratazione, bevendo acqua anche se non si avverte lo stimolo della sete, soprattutto per allenamenti piuttosto lunghi.
• Eliminare totalmente l’alcol (consumarlo solo in casi eccezionali) per la ridotta capacità dell’anziano di metabolizzarlo.
• Ridurre al massimo anche i cosiddetti grassi “trans”, presenti in crackers, biscotti, merendine che riportano sulle etichette la presenza di olii/grassi idrogenati/parzialmente idrogenati.
• Tra le bibite preferire quelle “diet”, senza zucchero.
• Consumare quotidianamente alimenti probiotici.
A cura della Dott.ssa Sara Cordara,
nutrizionista specialista in Scienza della Alimentazione ed Esperta in Nutrizione e Integrazione Sportiva
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