Un volto rilassato e un sorriso perfetto sono il miglior biglietto da visita per comunicare con il prossimo ed affrontare la vita con sicurezza. Questo risultato oggi si ottiene con la cura del proprio corpo (impegnandosi in una regolare attività sportiva che contribuisca a migliorare il tono dei nostri muscoli) e, quando occorre, anche con l’aiuto del medico specialista.
Il professor Antonio Di Giulio, direttore del San Babila Day Hospital di Milano e di Roma, odontoiatra ed esperto di implantologia, è convinto che curare i propri denti e fare contemporaneamente del moto serva molto ad acquistare un aspetto impeccabile e ad aumentare il proprio potere di seduzione. “Non bisogna dimenticare che un corpo sinuoso, reso sciolto dalla ginnastica e denti bianchi come perle sono il segreto del successo per la donna e per l’uomo” dice.
“Tutti vogliono raggiungere risultati duraturi” spiega il professor Di Giulio, “per questo non è difficile vedere giovani donne che seguono con costanza allenamenti fisici faticosi. Anche per i denti vale lo stesso concetto. Se fino a qualche tempo è chi aveva problemi si rassegnava ad usare protesi o dentiere oggi l’implantologia e la scienza del futuro”.
“Nonostante sia stata importata dagli Stati Uniti diversi anni fa, da noi la sua diffusione è alquanto recente”, spiega il professor Di Giulio. La tecnica consiste nel sostituire ai denti mancanti strutture artificiali fisse, destinate a svolgere le funzioni di una normale dentatura. Ma non è una tecnica unica: c’è l’implantologia endo-ossea e quella iuxta-ossea.
L’implantologia endo-ossea (dal greco entos: dentro) prevede l’inserimento dentro l’osso della mascella o della mandibola di dispositivi adatti a sostituire le radici dei denti mancanti e su cui è possibile saldare una “corona” del materiale più adatto, in genere di ceramica o di resine particolari, oppure la protesi dell’intera arcata, nel caso di totale mancanza di denti. L’implantologia iuxta-ossea (dal latino iuxta: vicino), si avvale di impianti che non sono inseriti nell’osso ma soltanto appoggiati”.
“ Questo secondo metodo”, dice il professor Di Giulio, “lo consiglio solo nei casi in cui il tessuto osseo risulti troppo basso, sottile o fragile per poter ospitare dentro di se questi particolari dispositivi”.
“L’inserimento di corpi estranei nell’arcata” spiega il professor Di Giulio” non dà nessun problema di rigetto, questo perché le “finte radici” sono delle viti di titanio (un materiale perfettamente tollerato dall’organismo umano) lunghe alcuni centimetri, che vengono inserite in anestesia locale. La radice artificiale si installa nel giro di qualche minuto, senza praticare tagli e senza nessun sanguinamento. E’ a questo punto che si può passare alla seconda fase. Quella di montare la corona per completare la dentatura.
Si tratta quasi sempre di protesi fisse, cioè non più removibili, oppure grazie ad un meccanismo magnetico, che garantisce diversi vantaggi rispetto alle protesi tradizionali, in genere mobili e trattenute da antiestetici ganci”. In questo modo si evita anche il problema di protesi mobili, che a lungo andare sfregano e comprimono il tessuto su cui appoggiano, cioè la fibro mucosa che riveste le arcate ossee in cui i denti affondandole loro radici. La compressione comporta una sofferenza diretta dei tessuti della mucosa stessa, ma anche indiretta, per i piccoli vasi sanguigni che scorrono al suo interno, e che ne irrorano il tessuto.
Col trascorrere del tempo l’osso viene nutrito sempre di meno e si riduce di spessore fino a creare serie con l’applicazioni all’intera bocca: ossia si riduce a livelli minimi, tali che qualsiasi tipo di protesi mobile non riesce a rimanere ferma, sia nel parlare che nel masticare.
“ Naturalmente i pazienti sono molto soddisfatti di questo metodo, spiega il professor Di Giulio “. E non si tratta solo di persone di una certa età, ma anche di giovani che purtroppo hanno avuto un incidente sciando o andando in moto e per questo hanno perso qualche dente. Entrano che sono complessate e insicure, spesso quando parlano mettono la mano davanti alla bocca, quasi per nascondere la parte inferiore del volto; a volte qualcuno è addirittura traumatizzato. Dopo poche sedute sono altre persone, pronte ad affrontare la vita con più ottimismo.